Riprenderanno domani le operazioni per riportare a galla il Bayesian, il veliero affondato a Porticello la notte del 19 agosto 2024. Come è emerso dalla riunione in Capitaneria di Porto serviranno altri 16 giorni per completare le operazioni di recupero. Se tutto va bene la nuova data per rivedere l’imbarcazione tirata su sarà il 26 giugno. Alla riunione hanno preso parte i procuratori di Termini Imerese, gli avvocati che difendono le parti civili e tutti i consulenti.

“Ci sono in campo due proposte – dice l’avvocato Mario Bellavista che assiste la famiglia del cuoco deceduto durante il naufragio – Una quella di sollevate lo yacht da prua, una seconda da poppa. Nell’incontro si è deciso di lasciare l’impresa la decisione. Noi abbiamo chiesto le garanzie che venga tutto documentato. Deve esserci riferito ogni cambiamento dell’imbarcazione, perché a quanto pare quanto ci dicono, è molto probabile che questa modalità di sollevamento porterà dei danni più o meno evidenti, allo scafo”.

Per completare l’intervento non verranno utilizzati sommozzatori almeno fino a quando non sarà accertata la causa del decesso del sub olandese morto durante il taglio del boma. La prossima riunione è prevista per il 25 giugno.

Inquirenti, legali degli indagati e delle vittime, consulenti tecnici, hanno preso  parte alla nuova riunione operativa sul recupero del base all’appuntamento negli uffici della Capitaneria di porto di Palermo.

Operazioni rallentate dal grave incidente in cui il 9 maggio scorso è morto il sub olandese . Oggi con la procura di Termini Imerese si è discusso il nuovo cronoprogramma. Deve ancora essere tagliato e riportato a galla l’albero del veliero che giace a 49 metri di profondità, intervento preliminare al recupero dell’intero relitto.

Sono tre gli indagati, si tratta dei membri dell’equipaggio – il comandante neozelandese James Cutfield, l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton e il marinaio di guardia Matthew Griffith – iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Termini Imerese per omicidio colposo plurimo e naufragio colposo.

Dopo la morte del sub olandese Rob Cornelis Huijben, avvenuta lo scorso 9 maggio durante le operazioni di recupero del veliero Bayesian a Porticello, è stata aperta una seconda inchiesta che vede indagati De Kam Pieter Leedert Willem, legale rappresentante della società olandese Smit Salvage, per cui lavorava Huijben, Willem Mange Woute, responsabile della sicurezza, e Jeroen Mooij, direttore del cantiere. Sono indagati di omicidio colposo e violazione delle disposizioni in materia di sicurezza sul lavoro.

Il sostituto procuratore Raffaele Cammarano e la procuratrice facente funzioni Concetta Federico hanno accertato nuovi possibili profili di responsabilità. Da quanto si apprende la società olandese, che nel frattempo ha rinunciato all’incarico in favore di un’azienda di Olbia, non avrebbe i requisiti minimi per eseguire questo tipo di lavorazioni subacquee: i suoi dipendenti non avrebbero la formazione necessaria e la società non è iscritta al Repertorio della Regione Siciliana, come prevede il Testo unico sulla sicurezza sul lavoro. Il 9 maggio il 39enne sommozzatore olandese morì per l’esplosione di una sacca di idrogeno che si era prodotta durante il taglio della cerniera che lega il boma del veliero all’albero di 72 metri. L’idrogeno sarebbe stato innescato dalla fiamma ossidrica utilizzata per il taglio.