(immagini di archivio)

Quanto spazio è rimasto nella IV vasca di Bellolampo? Se lo chiede l’Ufficio Ambiente del Comune di Palermo che, in seguito ad una nota inviata dal capogruppo del M5S Antonino Randazzo, ha sollecitato con urgenza alla Rap “di effettuare opportune verifiche ed accertamenti in ordine alla capienza relativa alla quarta vasca della discarica di Bellolampo, nonchè di rilasciare relativa certificazione in ordine al dato della precitata capienza”. I ritardi sulla consegna della prima tranche della settima vasca impongono infatti certezze visto che, in caso di prolungata indisponibilità, l’unica soluzione possibile sarà quella di ricorrere ai trasferimenti all’estero, generando così pesanti extracosti per l’azienda e, di conseguenza, per il Comune di Palermo.

La richiesta dell’Ufficio Ambiente

La IV vasca rappresenta l’ultima chimera a disposizione di Rap. Ciò dopo la saturazione della III vasca bis. Terminati anche questi spazi, sarebbe dovuta subentrare la prima tranche della settima vasca, ad oggi però lontana dall’essere disponibile. Fatto per il quale l’esponente pentastellato sopracitato aveva fatto richiesta formale agli uffici. Quesito condiviso dal dirigente dell’Ufficio Ambiente Ferdinando Ania. “Perviene a questo servizio la pec dell’Ufficio di Gabinetto con allegata nota del  consigliere Antonino Randazzo…con la quale viene formulata urgente richiesta di effettuare opportune verifiche ed accertamenti in ordine alla capienza relativa alla quarta vasca della discarica di Bellolampo, nonchè di rilasciare relativa certificazione in ordine al dato della precitata capienza”. Richiesta condivisa anche dallo stesso dirigente. Per Si chiede alla RAP di riscontrare, con cortese sollecitudine, la richiesta formulata, notiziando, per opportuna conoscenza, anche gli Uffici/Enti in indirizzo“.

Una richiesta che segue inoltre anche alla preoccupazione espressa da alcune sigle sindacali durante l’incontro avuto con la I e la III Commissione consiliare del Comune di Palermo. Tanti i temi trattati: dalla tenuta dei conti aziendali al caso Pef Tari, passando inevitabilmente per lo stato della discarica alle porte di Palermo, fiaccata dai tanti ritardi che hanno contraddistinto i lavori della VII vasca, della cui realizzazione si sta occupando la Regione Siciliana, non senza diversi patemi d’animo. La struttura doveva essere pronta a luglio 2022. Poi sono sopraggiunti diversi problemi, che ne hanno ritardato il fine lavori. Non ultimo, la necessità di ricorrere ad una variante di progetto per ultimare l’impianto di impermeabilizzazione. Documento che non è ancora disponibile, con gli interventi fermi al palo già da mesi.

Ma più passa il tempo, più aumenta il rischio che a Bellolampo non rimanga più spazio. La saturazione delle vasche comporterebbe infatti una sola soluzione: il trasporto dei rifiuti all’estero. Fatto che genererebbe di conseguenza pesanti extracosti, ovvero delle uscite non previste e non preventivabili a carico dell’azienda Rap, per potere sostenere le spese di trasferimento della spazzatura indifferenziata. Salasso monetario che l’ex amministratore unico dell’azienda Girolamo Caruso aveva stimato in circa dieci milioni di euro al mese. Una cifra folle per un comune in procedura di riequilibrio come Palermo. L’estate si avvicina e la preoccupazione aumenta. Ci sarà l’ennesima emergenza rifiuti come ipotizzato dalle opposizioni o la situazione verrà risolta? A dirlo sarà solo il tempo.

L’interrogazione sulla capienza residua di Bellolampo

Fatto per il quale il capogruppo del M5S Antonino Randazzo, in una nota inviata agli uffici qualche giorno fa, aveva chiesto di “disporre le opportune verifiche ed accertamenti sulla situazione sopra riportata e di rilasciare una certificazione a data odierna relativa al dato sulla capienza residua della IV vasca, al fine di valutare eventuali rischi ambientali in situ alla discarica di Bellolampo e per la tutela della salute pubblica, con l’urgenza che lo scenario induce, alla luce delle inevitabili conseguenze economico/finanziarie per la Rap e per il Comune di Palermo in materia di Tari, conseguenze che determinerebbe l’ineluttabile fallimento della predetta società controllata”.

A preoccupare Randazzo inoltre sono i tempi di consegna della prima tranche della settima vasca. Lavori di cui si sta occupando la Regione ma che hanno subito, nei mesi, rallentamenti a causa di diversi imprevisti. Non ultimo la necessità di una variante di progetto per completare l’impianto di impermeabilizzazione. “I lavori afferenti la prima tranche della VII vasca non sono ancora ripresi per il semplice motivo che non è stata ancora rilasciata la necessaria autorizzazione di variante da parte del Dipartimento Rifiuti della Regione – ha scritto l’esponente pentastellato -. Anche se i lavori in parola (prima tranche della VII vasca) dovessero essere ultimati (per assurdo) oggi stesso, la Società Rap non potrebbe abbancare alcun rifiuto in VII vasca per il semplice motivo che l’Assessorato Regionale del Territorio e Ambiente, in occasione del rilascio della proroga alla VIA della VII vasca, ha disposto che solo dopo l’intervenuta manutenzione del TMB fisso la società Rap è titolata all’utilizzo della VII vasca”.

I sindacati ricevuti al Comune

Sollecito, quello mosso dal dirigente Ferdinando Ania, che segue inoltre alla riunione avuta nella giornata di martedì 23 maggio fra i sindacati dell’azienda Rap e i componenti delle commissioni “Bilancio” ed “Ambiente”. I rappresentanti dei lavoratori hanno espresso le loro preoccupazioni ai componenti delle commissioni consiliari. Visione che ha trovato concordi gli esponenti delle opposizioni, ovvero Mariangela Di Gangi (Progetto Palermo), Carmelo Miceli (Gruppo Misto), Massimo Giaconia (Progetto Palermo) e Concetta Amella (M5S).

“Il quadro che ci hanno rappresentato le sigle sindacali è preoccupante. La decisione dell’Amministrazione comunale di non fare propria la richiesta della Rap di revisione straordinaria infra periodo del PEF, unita all’inerzia dell’Amministrazione rispetto ai lavori della settima vasca che la Regione dovrebbe definire, aprono uno scenario apocalittico: riduzione dei rifiuti e collasso del sistema di raccolti nel giro di pochissimi mesi. Così stando le cose, nel giro di pochi mesi, la contrazione dei servizi e la mancanza di sufficienti aree di deposito, probabilmente già in estate, determineranno una nuova e drammatica emergenza rifiuti”.

Fatto sul quale i rappresentanti delle minoranze chiedono un impegno all’Amministrazione Comunale. “Chiediamo al sindaco Lagalla di rivedere urgentemente le proprie scelte sul PEF e affrontare seriamente la situazione rifiuti. Fino ad oggi il sindaco ha avuto un’opposizione più che responsabile che con lui ha condiviso, con fatti e atti, il percorso di risanamento del bilancio. Ciò che il sindaco deve sapere, però, è che noi delle opposizioni non abbiamo nessuna intenzione di condividere con lui la responsabilità di una città nuovamente piena di rifiuti per scelte basate solo sulla logica della quadratura dei numeri. Il tempo per rivedere tutto c’è e il sindaco non può più mettere la testa sotto la sabbia”.

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