Alla Missione Speranza e Carità di Palermo si prega incessantemente, notte e giorno. E si spera nel miracolo.
Biagio Conte, il frate laico fondatore della missione, sta molto male.
Sta combattendo la battaglia più dura, quella contro il cancro.
Le sue condizioni di salute sono peggiorate drasticamente negli scorsi giorni, nonostante la chemioterapia alla quale si è sottoposto con coraggio.
Biagio Conte non ha mai fatto mistero della sua malattia e ne ha parlato sempre apertamente, chiedendo preghiere.
Come si legge su Repubblica Palermo, da giorni non parla quasi più e vuole soltanto il silenzio attorno a sé.
Dietro la porta della sua stanza, nella sede della missione di via Decollati, arrivano persone da tutta la Sicilia.
Ogni tanto la porta si apre, lo guardano, recitano una preghiera per lui e vanno via.
La messa celebrata accanto alla sua stanza, molte lacrime
Don Pino, da sempre al fianco di Biagio Conte, ha deciso di celebrare ieri la messa accanto alla sua stanza.
Alcuni volontari della missione, dieci sedi in tutta la Sicilia, quattro a Palermo, oltre 600 poveri ed emarginati accolti, non trattengono le lacrime. E raccontano di quando Biagio Conte, costretto su una sedia a rotelle, nel 2014 riuscì a tornare in piedi dopo un bagno nella piscina di Lourdes. Un miracolo dicono, e adesso sperano che il frate possa stare meglio, nonostante la gravità della situazione.
Il frate che ha abbandonato tutto per assistere gli ultimi
Biagio Conte, 59 anni compiuti a settembre, ne aveva appena 26 quando decise di abbandonare tutto per dedicarsi agli ultimi. Figlio di imprenditori edili, avrebbe potuto condurre una esistenza agiata.
Invece, guardandosi intorno, capì lo scopo della sua vita, aiutare gli emarginati.
Fece un’esperienza di eremitaggio a Raddusa, in provincia di Catania, in pratica scomparve per un anno, tanto che la sua famiglia si rivolse alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”.
Poi tornò a Palermo, dove tutto ebbe inizio, più di trent’anni fa sotto i portici della stazione centrale, dove ‘abitavano’ clochard, alcolizzati, prostitute, persone ritenute scarto dalla società, abbandonate da tutti.
Biagio Conte non ha mai smesso di credere che per tutti esiste una seconda possibilità e ha donato agli ultimi amore, coraggio, un pasto caldo, un letto.
“Un angelo intorno a noi”
“Ci impedì di rivelare che era a Raddusa – dice a Repubblica Palermo Francesco Leonardi, figlio del pastore che accolse il missionario – . Si faceva chiamare Francesco. Ricordo che prendemmo mio padre per pazzo visto che aveva accolto uno sconosciuto, invece papà aveva capito tutto. Biagio è un angelo intorno a noi”.
Dopo Raddusa fu la volta del pellegrinaggio a piedi ad Assisi, dove Biagio Conte si innamorò del luoghi di San Francesco e della sua dedizione ai poveri.
Si continua a pregare
Anche dopo la scoperta della malattia, la scorsa estate, Biagio Conte non ha smesso di diffondere i suoi appelli di pace, fratellanza e solidarietà. Il suo ultimo appello risale a pochi giorni prima del Natale: ha chiesto aiuto alle istituzioni perché la Missione è in difficolta, e non è più possibile pagare le bollette delle utenze.
La sera del 31 dicembre la missione si è riunita attorno a lui per tutta la notte per l’adorazione eucaristica.
“Vi voglio bene” ha detto alla comunità mentre veniva celebrata la messa del primo dell’anno, giorno dedicato alla Madonna.
I tanti volontari che aiutano in Missione continuano a pregare e dicono: “Siamo nelle mani di Dio”.
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