Nel maggio del 2008 la vita di una coppia di genitori palermitani è cambiata per sempre. La nascita della loro bambina, gravemente malata, proprio non se la aspettavano, anche perché nessuno dei medici che aveva in cura la partoriente si era accorto della patologia.

La bimba, è affetta dalla sindrome di Apert, rara malattia congenita che colpisce un bambino ogni centomila, e le ha provocato una grave malformazione al viso, alle mani, ai piedi ed una displasia all’anca.

Cinque anni fa, i genitori della piccola, avevano citato in giudizio il ginecologo e l’ecografista che avevano seguito la gravidanza della donna perché non avevano diagnosticato la sindrome della nascitura, dando la possibilità alla futura mamma di valutare se abortire.

Come scrive il Giornale di però, il giudice della prima sezione monocratica del tribunale civile di Palermo, Maura Cannella, non solo ha respinto il ricorso dei genitori, ma li ha anche condannati – “pur considerandosi la evidente tragicità del caso” – a pagare spese processuali per circa centomila euro. Nello specifico circa venti cinquemila euro per ognuno dei medici chiamati ingiustamente in causa e altri venticinquemila euro per ciascuna delle assicurazioni (rappresentate dagli avvocati Diego Ferrarro e Angelo Cacciatore) che i professionisti avevano a loro volta chiamato in giudizio.

Nella somma rientrano anche le spese sostenute per una perizia che ha escluso ogni responsabilità da parte dei medici. La famiglia aveva avanzato una richiesta di risarcimento di 904mila euro.

Il giudice, per stabilire se i medici avessero effettivamente delle responsabilità, ha fatto svolgere una speciale perizia e gli esperti hanno sottolineato una serie di aspetti. Per quanto riguarda le malformazioni alla testa, “la maggior parte dei casi non viene riconosciuta in epoca prenatale”. In relazione alla fusione delle dita di mani e piedi, “l’ esame di screening del secondo trimestre di gravidanza non prevede la valutazione della struttura anatomica delle estremità (degli arti, ndr)”. Mentre per la displasia dell’ anca “le linee guida della Società italiana di ecografia ostetrica e ginecologia (Sieog) non prevedono la valutazione delle anche fetali”.

I periti hanno concluso che “nessuna delle patologie riscontrate nella neonata era diagnosticabile con elevata probabilità nel corso delle valutazioni di screening compiute dai medici”.