• Presidio degli operai ex Blutec davanti ai cancelli di Termini Imerese
  • Chiedono una convocazione urgente al Mise e l’aiuto della vice ministra Todde
  • Gli operai attendono ancora il piano di rilancio dello stabilimento
  • A giugno scadrà la cassa integrazione

Prosegue il presidio permanente degli operai Blutec davanti alla fabbrica di Termini Imerese, dove ieri sono state montate due tende. Un centinaio i lavoratori che stamattina si sono radunati davanti ai cancelli per fare un’assemblea.

Richiesta urgente di convocazione al Mise

Fim Fiom e Uil ribadiscono la richiesta “urgente” di una convocazione al Mise e si rivolgono alla neo viceministra Alessandra Todde. “Ha seguito la nostra vertenza, quindi come vice ministra la invitiamo ad accogliere la nostra richiesta d’incontro”, dice il segretario della Fiom siciliana, Roberto Mastrosimone.

Silenzio sul piano di rilancio dello stabilimento

A giugno scadrà la cassa integrazione, i sindacati sono preoccupati per il silenzio istituzionale sul piano di rilancio dello stabilimento.

Intanto è iniziato il processo all’imprenditore Roberto Ginatta

La Regione Sicilia, la Fiom nazionale e quella siciliana, Blutec, Metec e Invitalia hanno presentato richiesta di costituirsi parte civile al processo, iniziato ieri a Torino, a Roberto Ginatta, l’imprenditore di 74 anni indagato per il presunto utilizzo indebito di fondi statali destinati alla trasformazione dell’ex stabilimento Fca di Termini Imerese, secondo il progetto presentato da Blutec, presieduta da Ginatta.

Le accuse a Ginatta, l’udienza rinviata al 13 aprile

Ginatta è accusato di aver distratto 16 milioni di euro di fondi di Invitalia per il rilancio di Termini Imerese e autoriciclaggio di denaro avvenuto attraverso le aziende di famiglia. Ginatta, difeso dall’avvocato Michele Briamonte, dello studio Grande Stevens, insieme all’avvocato Nicola Menardo, è tornato in libertà in questi giorni dopo otto mesi di detenzione, parte in carcere parte ai domiciliari. Pm nel processo Francesco Pelosi, Laura Longo e Vito Destito. L’udienza è stata rinviata al 13 aprile per consentire la decisione su quali parti civili accettare.

(foto di repertorio)

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