Il boss Matteo Messina Denaro è stato ricoverato per problemi di salute dovuti agli effetti collaterali della chemioterapia a cui è sottoposto. Il capomafia, dopo alcuni controlli in ospedale, è già stato riportato in cella nel carcere de L’Aquila.

Problema addominale non collegato al tumore al colon

Lieve problema addominale non collegato al tumore al colon né alle conseguenze collaterali delle cure per il grave male: è quanto emerso da fonti mediche dopo il ricovero notturno del boss Matteo Messina che è stato trasportato all’ospedale San Salvatore dell’Aquila per forti dolori all’addome.

L’ex superlatitante, arrivato dal carcere di massima sicurezza dell’Aquila nel nosocomio intorno alle 4 tra ingenti misure di sicurezza, è stato visitato dal chirurgo e poi dagli oncologi che lo hanno preso in cura dal 17 gennaio scorso. Intorno alle dieci è stato dimesso: farà una cura farmacologica in carcere dove è recluso in regime di 41 bis e dove gli viene somministrata la chemioterapia in un ambulatorio ad hoc installato di fronte alla cella. Le condizioni del boss della mafia rispetto al tumore al colon vengono considerate stazionarie.

Fuga notizie su Messina Denaro, sospeso consigliere comunale

Intanto, il prefetto di Trapani ha sospeso dall’incarico di consigliere comunale di Mazara del Vallo Giorgio Randazzo. La decisione in seguito all’inchiesta sfociata ieri con l’arresto dell’esponente dell’assise. Randazzo, 33 anni, eletto alle scorse elezioni comunali mazaresi nel 2019, viene sospeso per effetto dell’applicazione dell’articolo 11, comma 2, del decreto legislativo numero 235 del 2012. Prevede per chi ha incarichi pubblici in caso di misura cautelare la sospensione da ogni attività istituzionale.

Corona è stato coinvolto nella vera e propria fuga di notizie a scopo di lucro sulle fasi successive alla cattura di Matteo Messina Denaro. L’inchiesta dei carabinieri ha riguardato anche un collega, Luigi Pirollo, ed è stata coordinata personalmente dal procuratore Maurizio de Lucia. I carabinieri hanno perquisito la casa milanese di Fabrizio Corona, indagato per ricettazione nell’ambito di questa stessa inchiesta. Un carabiniere e il consigliere di Mazara del Vallo hanno cercato di vendere al fotografo e a un giornalista materiale riservato sulla cattura del boss. Materiale acquisito illegalmente dal sistema informatico dell’Arma.

Il consigliere comunale di Mazara del Vallo, Giorgio Randazzo, avrebbe contattato Corona offrendogli lo scoop in cambio di soldi. Il militare è accusato di accesso abusivo al sistema informatico e violazione del segreto d’ufficio. Sono state le intercettazioni disposte a carico di Fabrizio Corona a dare input all’inchiesta sul tentativo di vendere documenti riservati su Matteo Messina Denaro che ieri ha portato agli arresti e alla perquisizione.

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