• L’assessore per la Salute Ruggero Razza commenta l’ok della norma che sblocca l’esportazione dei bovini
  • “Provvedimento che restituisce serenità a tanti allevatori è risultato di lavoro tecnico-scientifico”
  • “Ma siamo vigili e proattivi nei territori che ancora ora segnalano forti necessità”

“La circolare del Ministero della Salute con cui è stata autorizzata la mobilitazione dei bovini, restituendo serenità a tanti allevatori, è il risultato di un lavoro tecnico-scientifico che è stato condotto con molta professionalità dal competente servizio del Dipartimento per le Attività Sanitarie, che ha appena emanato la nota applicativa per dare esecuzione alle disposizioni nazionali e riprendere l’esportazione dei bovini”. Lo ha sottolineato l’assessore regionale per la Salute, Ruggero Razza.

L’assessore ha poi rimarcato la necessità di essere vigili nei territori. “Il prossimo anno – ha detto – avremo finalmente più province dell’Isola che completeranno il triennio di eradicazione della brucellosi, ma siamo vigili e proattivi nei territori che ancora oggi, come nel Messinese, segnalano forti criticità. Il benessere animale e la salubrità dell’alimentazione costituiscono una priorità che va sostenuta con azioni concrete”.

Si è chiusa una annosa vicenda

Come è già noto, gli allevatori siciliani potranno nuovamente esportare bovini verso il Nord o in altri territori extraregionali. Si è chiusa una annosa vicenda legata alla brucellosi che, a causa di una normativa europea particolarmente penalizzante, vietava la movimentazione di capi fuori dai confini siciliani.

Il caso e le norme comunitarie

Il caso risale all’entrata in vigore dei regolamenti comunitari sulla Sanità animale, quando sono stati vietati gli spostamenti animali dalle aree non indenni da brucellosi verso le cosiddette regioni indenni. In particolare, gli allevatori siciliani (con particolare riferimento a quelli delle province di Ragusa, di Catania, Enna, Messina, Palermo e Agrigento), in grado di produrre 30.000 vitelli all’anno, si sono visti negare la possibilità di vendere i propri capi agli allevamenti da ingrasso di Toscana, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna.

Focolai in Sicilia

Nel 2020, rispetto a 234 focolai accertati in Sicilia, 222 erano ricollegabili all’area nebroidea. Nel 2021 sono 122 i focolai accertati di cui 113 nella stessa area.

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