“Le indagini continuano a flagellare il Governo regionale. Musumeci ne prenda atto, riferisca in aula e si dimetta. Quanto emerso in questi giorni conferma ciò che molti siciliani già pensano: le recenti elezioni regionali sono state condizionate e il Presidente Musumeci, pur di rimanere a galla, si tiene stretti alcuni uomini che nulla hanno a che vedere con quella moralità che avrebbe dovuto pervadere il suo Governo”.

A dichiararlo è il deputato regionale del Movimento 5 Stelle Antonio De Luca, componente della Commissione Antimafia Ars, cui chiede peraltro l’avvio di un’indagine.

“Tutte questi accadimenti di cronaca – spiega De Luca – infangano l’immagine della Sicilia onesta, che lavora e che vuole risorgere. Per cambiare la Sicilia occorre essere credibili, ma la credibilità, a differenza dei voti, non si può comprare e questo Governo ormai l’ha persa, se mai l’ha avuta. Musumeci ha sempre sbandierato la necessità che i partiti si devono dotare di un codice etico, ma quale etica c’è in questo Governo? Quale etica c’è nel governare con questi presupposti non è dato comprenderlo”.

“Le vicende giudiziarie che hanno investito alcuni esponenti del Governo Musumeci e della sua maggioranza assembleare – spiega ancora De Luca – riguardano anche alcuni uffici regionali, per cui investirò la Commissione Antimafia della vicenda facendomi promotore dell’avvio di un’indagine”

De Luca mette insieme i fatti riportati dalla cronaca locale,. Fatti a volte fra loro anche molto diversi ma che considera un insieme di eventi uniforme.

Ecco 5 mesi di eventi ed inchieste

27.11.2018 – All’Assessore Mimmo Turano vengono contestati i reati di corruzione e abuso d’ufficio, in seguito ad un’indagine che ha portato agli arresti domiciliari alti funzionari della Pubblica Amministrazione e due imprenditori. La risposta offerta dall’Assessore della Giunta Musumeci ai giornalisti fu: «L’indagine non riguarda il mio attuale ruolo».

07.02.2019 – Viene arrestato l’ex Deputato Regionale Giuseppe Gennuso, componente della “maggioranza” assembleare che sostiene il Presidente Musumeci per i reati di corruzione in atti giudiziari commessi al Consiglio di Stato e al Consiglio di Giustizia amministrativa della Regione Siciliana.

22.02.2019 – La Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo notifica un avviso di garanzia al deputato regionale di Forza Italia Stefano Pellegrino, Presidente della Commissione Affari istituzionali dell’Ars, esponente di spicco della “maggioranza” di Musumeci, indagato per corruzione elettorale nell’ambito di un’inchiesta che ha portato al fermo di tre imprenditori accusati, tra l’altro, di aver finanziato la famiglia del boss latitante Matteo Messina Denaro.

15.03.2019 – Riccardo Savona, deputato regionale di Forza Italia, Presidente della Commissione Bilancio dell’Ars, anche lui esponente di spicco della “maggioranza” di Musumeci, subisce insieme ad altre 7 persone il sequestro preventivo urgente per un importo di circa 800 mila euro, che secondo le indagini sarebbero stati indebitamente sottratti al bilancio regionale e comunitario.

14.03.2019 notificato l’avviso di conclusione indagini e ben 96 persone accusate di aver creato un sistema fatto di scambio di voti, favoritismi e promesse di posti di lavoro per condizionare anche le regionali vinte da Musumeci.

Nell’inchiesta figura anche l’ex Presidente della Regione Totò Cuffaro, scarcerato nel dicembre del 2015 dopo avere scontato una condanna a sette anni per favoreggiamento alla mafia. Con lui sono indagati anche l’assessore regionale territorio, Toto Cordaro, il capogruppo all’assemblea regionale di “Diventerà Bellissima” (lista che fa capo all’attuale Governatore Nello Musumeci) Alessandro Aricò, gli ex coordinatori della Lega in Sicilia Alessandro Pagano e Angelo Attaguile” conclude De Luca. Ma è in questa vicenda che si annida il giallo. Appena ieri, due giorni dopo la diffusione della notizia, Cordaro rende noto uno scambio di persona. Un errore in cui è cadutala Procura di termini  che starebbe indagando non su di lui ma su un suo omonimo di 4 anni più giovane.

Per il componente pentastellato della Commissione Parlamentare Antimafia tutto questo è comunque sufficiente per chiedere l’apertura di una inchiesta della stessa Commissione e le dimissioni di Musumeci perchè le elezioni sono state inquinante e il risultato non sarebbe fedele

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