Applausi ed esultanza da parte di numerosi palermitani che passavano dalla clinica La Maddalena di Palermo. Gli applausi erano tutti rivolti ai militari del Ros che hanno eseguito il blitz nel corso del quale è stato catturato e assicurato alla Giustizia il boss ricercato da 30 anni.

Ora i carabinieri ringraziano tutti i cittadini palermitani

“La vostra gioia è la nostra Arma”, dicono i militari che continuano, “Continueremo la lotta”. “La vostra gioia si fonde con la nostra per continuare a costruire insieme una società libera dall’oppressione mafiosa. I vostri ‘grazie ragazzi’ gettano le basi per un futuro migliore e ripagano anni d’impegno e duro lavoro”. Così in un tweet l’Arma dei Carabinieri ha voluto ringraziare i cittadini palermitani che questa mattina hanno applaudito gli uomini e le donne del Ros, del Gis e dei comandi territoriali dopo l’arresto del boss Matteo Messina Denaro nella clinica La Maddalena.

Un blitz preciso e ben organizzato

Un blitz organizzato nel giro di poco e ai minimi dettagli. Messina Denaro è stato arrestato dopo una indagine tradizionale. Come dicono dalla procura, nessun confidente, nessun pentito ha parlato. Matteo Messina Denaro è stato arrestato all’interno della clinica privata La Maddalena di Palermo, dove un anno fa era stato operato e da allora stava facendo delle terapie in day hospital. Nel documento falso esibito ai sanitari c’era scritto il nome di Andrea Bonafede. “Bravi, bravi!”. Urla d’incoraggiamento e applausi nei confronti dei carabinieri del Ros, da parte di decine di pazienti e loro familiari, hanno accompagnato l’arresto del super latitante nella clinica.

La certezza è arrivata tre giorni fa

I magistrati, che da tempo seguivano la pista, hanno dato il via libera per il blitz. I carabinieri del Gis erano già alla clinica Maddalena dove, da un anno, Messina Denaro si sottoponeva alla chemioterapia. Il boss, che aveva in programma dopo l’accettazione fatta con un documento falso, prelievi, la visita e la cura, era all’ingresso. La clinica intanto è stata circondata dai militari col volto coperto davanti a decine di pazienti. Un carabiniere si è avvicinato al padrino e gli ha chiesto come si chiamasse. “Mi chiamo Matteo Messina Denaro”, ha risposto. Dopo il blitz nella clinica, l’ormai ex super latitante è stato trasferito prima nella caserma San Lorenzo, poi all’aeroporto di Boccadifalco per essere portato in una struttura carceraria di massima sicurezza. La stessa cosa accadde al boss Totò Riina, arrestato il 15 gennaio di 30 anni fa. Insieme a Matteo Messina è stato arrestato anche Giovanni Luppino, di Campobello di Mazara (Tp), accusato di favoreggiamento. Avrebbe accompagnato il boss alla clinica per le terapie.

Il Nuovo Sindacato Carabinieri: “Momento storico per l’Arma”

“La segreteria regionale e le segreterie provinciali del Nuovo Sindacato Carabinieri manifestano il più vivo compiacimento a tutti i colleghi dell’isola, al Gruppo di Intervento Speciale e al Raggruppamento Operativo Speciale per l’impegno quotidiano profuso, che ha condotto all’arresto di Matteo Messina Denaro”: è quanto si legge in una nota siglata da Toni Megna e Igor Tullio, rispettivamente segretario generale e regionale di NSC Sicilia.
Gli esponenti della sigla sindacale rivolgono, inoltre, “un plauso alla scala gerarchica che ha guidato e guida, con risultati eccellenti, operatori altamente qualificati”.
“A tutti loro – aggiungono i due segretari – la nostra immensa gratitudine”.