Con il caro carburante che avanza in Sicilia come un treno, la politica puntuale torna a rispolverare un tema molto caro, quello dell’abolizione delle accise. Passano i decenni, da ogni fazione politica viene estratto periodicamente la cilindro il problema dell’enorme perso delle accise. Adesso a rilanciare la questione è il deputato regionale e coordinatore provinciale della Lega Vincenzo Figuccia.

I costi esorbitanti per le famiglie

“È notizia di queste ore che il rincaro dei carburanti costerà alle famiglie siciliane circa due mila euro annui – afferma Figuccia -. Un vero e proprio salasso da scongiurare non con un miracolo ma con un intervento del governo volto alla abrogazione delle accise. Se venissero aboliti i costi odiosi e datati delle accise, un litro di benzina costerebbe 0,555 euro a fronte degli attuali due euro”.

Le materie prime

A parte le accise, che da sole costituiscono più della metà del prezzo finale, c’è da tenere in considerazione anche l’aumento del costo delle materie prime. “L’aumento non ha conseguenze solo per fare il pieno, – osserva il parlamentare – ma si ripercuote anche sulle utenze e i consumi. Così frutta, verdura, pane e pesce sono già prezzati dalla guerra che sta colpendo l’Europa. Dobbiamo scongiurare questa escalation che rischia di gettare sul lastrico migliaia di famiglie siciliane che vivono sulla soglia della linea di povertà. Per queste ragioni, in questi giorni presenterò una mozione che impegna il governo regionale ad adottare con il governo nazionale misure destinate a garantire l’abrogazione delle inutili accise sul carburante”.

La proposta della collega d’aula di Forza Italia

Nei giorni scorsi in tal senso era intervenuta anche la deputata regionale di Forza Italia, Daniela Ternullo, in tema di defiscalizzazione del carburante in Sicilia. “Per abbattere i costi del carburante – ha detto servono regole certe e provvedimenti che riducono la pressione fiscale su benzina, diesel e derivati. In Sicilia estraiamo petrolio per il 18% del totale nazionale e addirittura il 40% della raffinazione italiana. Perché allora continuiamo a pagare un salasso che di giorno in giorno è sempre più duro?”. Secondo la deputata è vero, che la sola Sicilia non può ridurre il costo del carburante finito, perché è materia di competenza statale. La Regione però può contrattare con lo Stato in merito al  versamento delle accise. “Questo lo può fare – dice Ternullo –  proprio come fece qualche anno fa la Regione Basilicata che riuscì ad aumentare le royalties sull’estradizione di petrolio, che lo Stato gli corrispondeva. Perché la stessa cosa non è replicata dalla Sicilia?”.

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