Parla Ignazio Arcoleo: uno dei personaggi più importanti del calcio palermitano e siciliano. Ex giocatore prima e allenatore poi, proprio dei rosanero. Indelebile il ricordo del “Palermo dei picciotti”: una squadra formata quasi interamente da giocatori siciliani, giovani e promettenti. Una formazione che incantò il Barbera e la Serie B.

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Arcoleo ha detto la sua sull’uscita di scena di Zamparini: “Io a Zamparini posso solo dire grazie. Finchè ha potuto ha sempre mantenuto i rosanero a livelli altissimi, creando sempre squadre competitive. Credo che sia fisiologico un momento di flessione, tutte le società del mondo hanno vissuto parabole ascendenti e altre discendenti”.

“E’ umano e comprensibile che il rendimento possa essere calato, ma nella memoria devono rimanere i ricordi belli che ci ha fatto vivere, Personalmente non posso criticarlo. Non entro nel merito di ciò che pensano su di lui i tifosi, rispetto le opinioni di tutti ma poi dico ciò che penso“.

Sugli inglesi: “Non è nel mio stile parlare di ciò che non conosco. Io non so chi siano quindi non oso fare congetture, non sarebbe corretto. Non sono questioni che mi riguardano, sono un uomo di campo quindi mi piace parlare di ciò che vedo la domenica”.

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A proposito di questo, Arcoleo esprime il suo giudizio sul Palermo attuale: “Io credo che la squadra stia facendo benissimo. Faccio solo complimenti a Stellone – afferma a BlogSicilia,it -, da quando c’è lui si stanno vedendo ottimi risultati”.

“La squadra al momento sta ripercorrendo le orme di Tedino l’anno scorso nel girone d’andata. Tuttavia il campionato è molto difficile e lungo quindi bisognerà mantenere i nervi saldi fino alla fine. Quando si gioca da primi in classifica non è mai facile, bisogna sempre mantenere rendimenti da primi della classe”.

Un ritorno sul suo passato rosanero: “Io nella mia storia nel Palermo penso di rivedermi bene nei colori: ho avuto momenti rosa, come ad esempio le due finali di Coppa Italia raggiunte da calciatore e altri momenti neri. Anche da tecnico, sfiorai la promozione con i “picciotti” e poi ebbi altrettanti momenti negativi”.

“Le soddisfazioni con questa maglia sono state tante: da giocatore con pochissimi soldi raggiungemmo due finali di Coppa Italia, un traguardo storico. Da allenatore non spendemmo un euro e facemmo divertire tutto lo stadio. Fu una cavalcata eccezionale. Ho avuto l’orgoglio di sfiorare la Serie A senza una lira”.

Tanto per intenderci, il Palermo dei picciotti arrivò a pochissimi punti dalla zona promozione nella Serie B 1995 – 1996. A causa della ristrettezza delle risorse economiche, la società decise di puntare su molti giovani di categorie inferiori e della primavera.

In quella squadra giocarono calciatori che divennero un simbolo del calcio palermitano in Italia come: Tanino Vasari, Giacomo Tedesco, Sicignano o Beppe Iachini (non palermitano ma successivamente allenatore dei rosa).

“Io sono stato l’allenatore che ha realizzato i sogni di quasi tutti i giovani che ho avuto l’onore di allenare. Non faccio una distinzione, li ricordo tutti con grande affetto: Vasari, Sicignano, Gnoffo, Giacomo e Toto’ Tedesco, Galeoto, Vincenzo Italiano, Nicola Sciacca, Incrivaglia, Lucenti, Castiglione, Barraco e Materazzi”.

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Già, proprio il campione del mondo Materazzi fu lanciato da Arcoleo: “Arrivò quando io allenavo in Serie D a Marsala. Suo padre l’aveva mandato a crescere in Sicilia. Poi è diventato un pilastro dell’Inter e ha vinto il triplete e la Coppa del Mondo da protagonista”.

Infine Arcoleo ci svela un aneddoto su Mourinho: “Quando allenai a Trapani verso la fine del campionato facemmo un’amichevole contro il Porto. La partita terminò 2 – 2 e a fine gara venne Mourinho. Mi disse di essere rimasto impressionato da Vasari e da Toto’ Tedesco“.

“Mou ai tempi non era già l’allenatore ma uno dei diversi collaboratori. Rimasero tutti impressionati da quei ragazzi, questo a me fece tantissimo piacere”.

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