Oggi si è tenuta la commemorazione del 77° anniversario della morte del brigadiere dei carabinieri Guerrino Miglioranzi, medaglia d’argento al valor militare alla memoria, ucciso mentre, in servizio, fronteggiava tre rapinatori. Alla cerimonia nel luogo dell’eccidio, all’angolo tra via San Pietro e via Domenico Giunta, erano presenti i comandanti del gruppo carabinieri Palermo, il tenente colonnello Angelo Pitocco e della compagnia di Carini, Pietro Cugusi, una rappresentanza del consiglio comunale di Cinisi, una rappresentanza dell’associazione nazionale carabinieri in congedo, il comandante della locale stazione, un gruppo di studenti dell’Istituto “Tenente Anania” di Cinisi ed i familiari del militare originari della regione Veneto.

Il tragico episodio

Guerrino Miglioranzi, nato nel 1917 a Dossobuono di Villafranca nel veronese, dopo l’arruolamento nell’Arma venne assegnato alla stazione carabinieri di Cinisi. La sera del 16 aprile 1945, dopo aver scoperto i responsabili di una rapina avvenuta pochi giorni prima nelle campagne limitrofe al centro abitato, avuta indicazione di dove si trovasse la refurtiva, insieme ad un collega si incamminò per andare a recuperare il bottino. Erano le 21 quando giunti in via Domenico Giunta, all’incrocio con via San Pietro, i due militari videro tre individui fermi in atteggiamento sospetto. Intimato l’alt, i tre arretrarono nascondendosi a ridosso delle abitazioni da dove uno di essi aprì il fuoco con una pistola esplodendo cinque colpi all’indirizzo del brigadiere, il quale poté appena rispondere con due colpi del proprio moschetto prima di accasciarsi in strada mortalmente ferito. Subito soccorso dal collega, il brigadiere morì durante il trasporto in caserma.

Il profilo

Nel rapporto giudiziario sull’evento, il comandante della stazione dell’epoca così tratteggia la figura del giovane brigadiere: “Intelligente, istruito e coraggioso, schiavo del dovere godeva la stima di quanti ebbero l’onore di conoscerlo. Diverse volte il sottoscritto lo aveva pregato di usare più prudenza nel servizio, ma lui rispondeva che la sua vita non gli importava perché voleva togliere dalla società chi la disonorava”. Il 7 gennaio 1947, per il gesto eroico compiuto al costo della vita, gli venne tributata la medaglia d’argento al valor militare alla memoria.