Si terrà domani, martedì 16 novembre alle ore 16:00, la riunione chiesta dai sindacati di Amat in Prefettura sulla vertenza dell’azienda trasporti di Palermo.
“Scongiurare lo sciopero”
“Ci auguriamo che il Comune di Palermo partecipi al tavolo prefettizio, serve un segnale forte per rassicurare i lavoratori sul futuro di questa azienda e per scongiurare lo sciopero”. Ad affermarlo sono Franco Mineo (Filt Cgil), Salvatore Girgenti (Fit Cisl), Franco Trupia (Uil Trasporti), Corrado Di Maria (Ugl Trasporti), Fabio Danesvalle (Faisa Cisal), Carlo Cataldi (Cobas Trasporti) e Giuseppe Taormina (Orsa Trasporti).
Le richieste dei sindacati
I sindacati nelle scorse settimane avevano proclamato lo stato di agitazione. “Se dal tavolo prefettizio infatti non giungeranno novità rilevanti sulle criticità dell’Azienda che mettono a rischio il futuro della partecipata del Comune di Palermo, sarà sciopero”. I sindacati da tempo chiedono fra la l’altro di “discutere della rinegoziazione del contratto di servizio, delle criticità finanziarie/economiche, organiche, organizzative e gestionale dell’Azienda e dell’assoluta inadeguatezza e sicurezza del servizio reso alla cittadinanza”.
I nodi della vertenza
Sono diverse le questioni poste sul tavolo dell’azienda di via Roccazzo. Anzitutto i previsti introiti di circa 30 milioni di euro della Ztl, che avrebbero dovuto finanziare anche il tram, soprattutto nella fase iniziale per gli ingenti costi contrattuali di oltre 6 milioni annui, causa chiusure, limitazioni e vigilanza inappropriata della stessa Ztl si sono rivelati poca cosa con incassi assestati a non più di 2/3 milioni annui.
C’è poi la decisione del Comune di tagliare per il 2021 un ulteriore 10% delle risorse per Amat, quindi con riduzione di servizi. I sindacati si interrogano quindi su come si potranno garantire le attuali fasce occupazionali con un fatturato così ridimensionato e con quali altre logiche si potrà portare a termine quel famoso concorso in itinere per 100 nuovi autisti.
Cimino minacciava le dimissioni
L’Amat attraversa un momento delicato. Il suo presidente, Michele Cimino, nei giorni scorsi si è detto pronto a dare le dimissioni,dopo la decisione della Giunta Orlando di bloccare una fattura da 3,7 milioni di euro. Cimino non vuole accettare l’imposizione sul taglio del 10% al contratto di servizio.
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