La sentenza del Tribunale di Palermo è greve. Mi sorprende e mi colpisce come giurista ed operatore del diritto, non certo come ex politico che si è mosso secondo il principio di legalità spendendo risorse destinate al gruppo parlamentare e per il ruolo ricoperto in linea con le regole, anche non scritte, vigenti durante il mio mandato e nelle precedenti legislature. Confido, avendo la coscienza serena, nel giudizio di merito che arriverà”.

Lo afferma Rudy Maira, ex parlamentare regionale e capogruppo all’Assemblea regionale siciliana.

Ieri, la terza sezione del Tribunale di Palermo, ha condannato cinque dei sei imputati del processo per le cosiddette spese pazze dell’Ars.

Fra gli ex deputati ritenuti colpevoli c’è anche Salvo Pogliese, attuale sindaco di Catania ed ex deputato al quale la corte ha comminato 4 anni e 3 mesi di reclusione.

Il Tribunale di Palermo ha pronunciato anche altre 4 condanne ed una assoluzione. L’unico ritenuto innocente è l’ex assessore assessore regionale al Turismo Titti Bufardeci, difeso dagli avvocati Roberto Mangano e Ezechia Paolo Reale, dunque assolto dalla terza sezione del tribunale.

I giudici hanno poi condannato gli altri imputati a pene relativamente severe ma tali da non poter essere sospese mentre chi ha avuto oltre 4 anni rischia di scontare la pena in carcere. Oltre a Salvo Pogliese (4 anni e 3 mesi), il collegio presieduto da Fabrizio La Cascia ha inflitto 4 anni e 8 mesi proprio a Rodolfo, detto Rudy Maira, ex capogruppo all’Ars dell’Udc; 3 anni e 8 mesi a Cataldo Fiorenza, ex Mpa, imputato come capogruppo del Gruppo misto; 3 anni e 6 mesi a Giulia Adamo (ex Forza Italia, imputata per il Gruppo misto) e 3 anni a Livio Marrocco, ex di Futuro e Libertà.

In aggiunta, oltre alla interdizione in perpetuo per Maira e Pogliese e alla decadenza di rapporti di lavoro con Enti Pubblici il tribunale dispone anche che Adamo, Fiorenza e Marrocco siano interdetti dai pubblici uffici per 2 anni e sei mesi.

La sentenza viene trasmessa alla Corte dei Conti per i successivi procedimenti ma nel frattempo i giudici dispongono anche la confisca dei beni dei 5 condannati per importi pari a quelli per i quali hanno riportato la condanna per peculato.

Da questa vicenda delle spese pazze erano derivati una serie di procedimenti per danno erariale davanti alla Corte dei Conti che hanno portato a molte condanne, al risarcimento danni e a qualche assoluzione. Ma soprattutto lo scandalo sull’uso improprio dei fondi destinati ai gruppi politici diede il via ad una riforma normativa che oggi permette alla Corte dei Conti la verifica anche sulle spese dei gruppi parlamentari fino a quel momento non soggetti ad alcuni tipo di controllo.

Nei confronti di un settimo imputato, Nunzio Cappadona, i giudici hanno deciso di non doversi procedere per estinzione del reato a causa delle morte dell’imputato.

Intanto da vari esponenti politici arriva una vera e propria pioggia di solidarietà a difesa di Salvo Pogliese, e c’è anche chi chiede l’abolizione della legge Severino. 

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