“Oggi abbiamo dato il nostro via libera all’intesa in Conferenza Stato-Regioni sul contributo da 487 milioni di euro, da parte dello Stato, per le nuove linee della tramvia di Palermo. Pur avendo sempre manifestato delle perplessità ben motivate sul progetto, non abbiamo fermato l’accordo con l’intento di convocare un tavolo tecnico in Regione per pianificare e progettare al meglio quest’opera così importante”.

Lo affermano il vicepresidente della Regione Gaetano Armao e l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone.

“Procederemo in tal senso non appena sarà disponibile il decreto di finanziamento dell’opera, per la quale risultano già stanziati 287 milioni mentre gli altri 200 vanno ancora iscritti a bilancio dello Stato – aggiungono – Vogliamo un’infrastruttura che, dal punto di vista urbanistico, abbia su Palermo il minore impatto possibile, ma al contempo rilanci la mobilità sostenibile in città”.

Si tratta dell’approvazione della richiesta di finanziamento avanzata al MIT nel 2018 per le ex linee D, E, F e G (attualmente 7A, 7B, 8, 9A, 9B) nell’ambito del cosiddetto “avviso numero 1” per il riparto del Fondo da destinarsi ai sistemi di Trasporto Rapido di Massa. Un fondo che aveva visto esclusa la città nella prima “tornata” di finanziamenti, a fine 2019, per 2,3 miliardi di euro circa su base nazionale. Si era quindi aperta una nuova “finestra” di finanziamenti, con domande da presentare entro il 15 luglio scorso (proroga della scadenza fissata per il 30 aprile), per ulteriori 1,392 miliardi.

Da tempo si attendeva quindi il responso per la città di Palermo, sulla base delle integrazioni alla documentazione fatte pervenire a fine aprile. Le tratte interessate dal finanziamento, per complessivi 44,7 km sono:

7A: Bonagia-Giachery (ex linea F + ex linea D)

7B: Basile-Giachery (ex linea F)

8: Villa Sofia-Francia (ex linea E1)

9A: Villa Sofia-Mondello (ex linea E2)

9B: Villa Sofia-Sferracavallo (ex linea G)

Le linee rimanenti per l’estensione della rete, ovvero le ex linee A, B e C, oggi denominate 5 e 6, sono inserite nel cosiddetto “Patto per Palermo” che ne assicura il finanziamento a condizione che si rispetti la scadenza (prorogata a fine 2021) per l’attivazione dei contratti.

Le nuove linee, che andranno ad integrare quelle già esistenti e quelle già finanziate con il Patto per il Sud, sono 5:
– stazione centrale – Giachery (via mare)
– Corso Calatafimi – Via Basile (Orleans)
– Bonagia – Via Basile (Orleans)
– De Gasperi – Sferracavallo
– De Gasperi – Zen/Mondello.

Le linee invece per cui si andrà in gara nel 2021 con il finanziamento complessivo di 296 milioni fra Patto per il sud, Comune e Regione,
sono:

– De Gasperi – stazione centrale
– Notarbartolo – Giachery
– Stazione centrale – viale Croce Rossa e via De Gasperi (asse via
Roma/via Libertà)
– Stazione Centrale – via Basile (staz. Orleans)
– De Gasperi – Viale Francia

“Sono molto soddisfatto della notizia arrivata oggi, cioè la conferma nel corso della conferenza Stato-Regioni che sono stati deliberati 487 milioni, con il decreto di finanziamento, che verranno destinati alla costruzione di 11 linee di tram a Palermo”. Lo ha detto il sindaco di Palermo.

“E’ una buona notizia e ringrazio il governo nazionale dell’attenzione – ha aggiunto -. Domani faremo una conferenza stampa con il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli, ma ringrazio anche il ministro Francesco Boccia che ha portato la questione nella seduta anche se non era stata inserita all’ordine del giorno. Sono rammaricato – ha sottolineato Orlando – però perché il Governo regionale non sembra essere dello stesso avviso anche se ha approvato il finanziamento”.

“Con questo ulteriore finanziamento dello Stato per estendere la rete tranviaria di Palermo il sistema del mobilità urbana della città di Palermo sarà completamente rivoluzionato e questo contribuirà a migliorare la qualità della vita delle cittadine e dei cittadini e a limitare le emissioni inquinanti. La riorganizzazione del trasporto pubblico, previsto dal Piano urbano della Mobilità sostenibile, sarà nei prossimi anni rimodulato facendo diventare centrale il trasporto su ferro che, sarà gestito dall’azienda Amat, e sposterà circa ottanta milioni di passeggeri l’anno.
Questo investimento contribuirà a migliorare anche il trasporto su gomma che svolgerà una funzione di supporto al trasporto degli assi centrali attraversati dal tram. La città di Palermo avrà, nel giro di pochi anni, un sistema del trasporto pubblico che sposterà oltre centomila passeggeri al giorno dal trasporto privato al trasporto pubblico con un beneficio evidente per la città”.

Lo dichiarano, in una nota congiunta, l’assessore alla Mobilità Giusto Catania ed il presidente dell’Amat, Michele Cimino.

“Siamo estremamente preoccupati per la scelta del ministero di finanziare, con ulteriori 480 milioni di euro, le nuove linee del tram. Abbiamo più volte espresso grandi perplessità su questo progetto complessivo che, come dimostrato dalle linee già in esercizio, ha un impatto quasi nullo sulla mobilità e un impatto devastante sull’assetto urbano e sui conti dell’Amat”. Così Marianna Caronia, deputata regionale di Forza Italia.

“Nulla in contrario ovviamente riguardo agli interventi per la mobilità sostenibile, ma le priorità per Palermo sono certamente altre e proprio in questo momento una somma così ingente potrebbe essere utilizzata per affrontarli – spiega – A partire, per esempio, dal raddoppio del ponte di Corleone, per il quale guarda caso lo stesso ministero dice di non avere fondi o per mettere in sicurezza le strade cittadine ridotte ad un colabrodo o ancora per avviare i lavori della pedemontana, destinata davvero a cambiare la mobilità a Palermo e nel suo hinterland”.

“Comprendiamo la scelta istituzionale dei due assessori presenti alla Conferenza Stato-Regioni di non bloccare somme destinate al nostro territorio, ma non possiamo che ribadire la posizione da sempre espressa da Forza Italia, contraria alla scelta del tram che riteniamo un’opera distruttiva dell’assetto urbanistico e che può avere conseguenze gravissime sul tessuto commerciale, oltre che un enorme impatto sul nostro patrimonio artistico e architettonico”, conclude.

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