Restano senza soldi i consorzi di bonifica della forestale e dell’Ente sviluppo agricolo nonostante i fondi dello Stato. Così i sindacati vanno verso la conferma del presidio in programma lunedì davanti all’Ars.

La protesta dei sindacati

Protestano i sindacati di categoria Flai Cgil, Fai Cisl e Uila/Filbi Uil regionali per il persistere del congelamento del 40% delle risorse destinate a Consorzi di bonifica, comparto forestale ed Esa da parte del governo regionale, nonostante il governo nazionale abbia sbloccato 70 milioni di euro del triennio 2020- 2024 a favore
della Regione Sicilia.

Lavoratori senza stipendio

“E’ inaccettabile che i lavoratori dei Consorzi di Bonifica – scrivono in una nota congiunta Tonino Russo e Filippo
Romeo (Flai Cgil), Adolfo Scotti (Fai Cisl, Nino Marino ed Enzo Savarino (Uila/Filbi Uil)- rimangano senza stipendio all’inizio della stagione irrigua, mettendo a rischio d’interruzione un servizio indispensabile per l’agricoltura siciliana. E al contempo – aggiungono- che  i lavoratori forestali e dell’Esa non possano svolgere la loro attività in un momento cruciale per la difesa del bosco e del territorio”.

Confermata la mobilitazione

I sindacati confermano per il 9 maggio il presidio davanti all’Ars. All’assessore regionale all’economia Gaetano Armao e all’Ars di “rivedere l’assegnazione delle risorse tenendo nella giusta considerazione il comparto agricolo e
forestale”. Flai, Fai e Uila/Filbi rilevano che mentre “sulla carta altre categorie vedono confermato il loro budget, comparti che rappresentano lo sviluppo e la salvaguardia del territorio  e il destino dell’agricoltura vengono lasciati a corto di risorse”.

Il governo Musumeci ha la memoria corte

“Il Governo Regionale – affermano i rappresentanti delle sigle sindacali –  ha la memoria corta. Soltanto un anno fa denunciava la fragilità del bosco sopraffatto dagli incendi promettendo una maggiore attenzione per il Servizio Antincendio e una adeguata manutenzione per la prevenzione. Solo parole – sottolineano-  a cui fino ad oggi non seguono i fatti”.