- I dati del contagio da Covid in Sicilia riferiscono di 1954 positivi
- L’indice Rt sale a livello nazionale
- Peggioramento generale della curva epidemiologica dell’Italia
Sono 1.954 i nuovi positivi al Covid in Sicilia su 25.097 tamponi. Le vittime sono state 38 nelle ultime 24 ore che portano a 2954 deceduti dall’inizio della pandemia. I positivi sono 45.452 con un aumento di 407 casi.
Negli ospedali i ricoveri sono 1.618, 5 in più rispetto a ieri, dei quali 212 in terapia intensiva, 2 in più rispetto a ieri. I guariti sono 1.509. La distribuzione nelle province vede Catania con 443, Messina 434, Palermo 423, Trapani 189, Siracusa 154, Caltanissetta 120, Agrigento 76, Enna 64, Ragusa 51.
Intanto l’epidemia da Covid19 in Italia continua a correre: l’indice di trasmissibilità Rt sale infatti a livello nazionale a 1,09 ma si intravedono, tuttavia, i primi effetti delle misure restrittive del periodo natalizio e la curva della mortalità, ha affermato il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, è in “lenta decrescita” anche se i numeri assoluti restano ancora alti, con 475 vittime registrate nelle ultime 24 ore.
Numeri che indicano un lieve miglioramento negli ultimi due giorni, mentre la fotografia che arriva dall’ultimo monitoraggio settimanale della cabina di regia – relativo al periodo 4-10 gennaio – conferma il “peggioramento generale della situazione epidemiologica nel Paese già osservato la settimana precedente”. Il monitoraggio evidenzia infatti come il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale “continua a essere sopra la soglia critica (30%)”. Si osserva inoltre un “ulteriore lieve aumento” della incidenza dei casi nel Paese (183,36 per 100.000 abitanti), con un valore ancora lontano da livelli che permetterebbero il completo ripristino della identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti.
In questo quadro, nel monitoraggio 11 Regioni/PPAA riportano una classificazione di rischio alto (contro 12 la settimana precedente), 10 di rischio moderato (di cui 4 ad alto rischio di progressione) e nessuna di rischio basso. Pertanto, si legge ancora, “l’epidemia resta in una fase delicata ed un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale”. Aumenta, cioè, il rischio di un'”epidemia non controllata”.
Insomma, in un quadro complesso in cui si evidenziano al contempo un peggioramento generale ma anche i primi effetti positivi delle misure di mitigazione, è evidente che siamo “in una fase delicata in cui sono richieste rigorose misure di mitigazione”. Ciò per fare in modo che la curva, ha concluso il presidente Iss, “si appiattisca sempre di più, anche considerando che siamo in una stagione caratterizzata dall’influenza”.
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