Sono almeno 150.000 in Sicilia le famiglie che hanno una casa in affitto sul mercato privato e che non riescono o non riusciranno più a pagare il canone perché, in conseguenza dell’emergenza Coronavirus, o hanno perso il lavoro o hanno subito una forte diminuzione del reddito. Anche sul fronte del settore pubblico si registrano forti ritardi nel pagamento degli affitti per il peggioramento delle condizioni economiche delle famiglia . Lo segnalano
in una nota congiunta la Cgil e il Sunia siciliani, rilevando che “La Regione siciliana, a differenza del Lazio e dell’Emilia Romagna, non ha ancora messo in campo nessun intervento per far fronte all’ aggravarsi dell’emergenza abitativa ”. E che “pochi e insufficienti sono gli interventi messi in atto da alcuni comuni”.

“I cosiddetti morosi incolpevoli – osservano i segretari regionali della Cgil e del Sunia Alfio Mannino e Giusy Milazzo -rispetto a prima dell’emergenza sanitaria sono cresciuti a dismisura”.

I due esponenti sindacali esprimono preoccupazione per i mesi a venire, quando a fine giugno scadrà il blocco degli sfratti. I sindacati, che già all’inizio della crisi avevano chiesto lo stanziamento di un fondo utile a sanare le morosità, e, sul fronte dell’edilizia pubblica, misure per sostenere le famiglie in difficoltà , tornano a sollecitare al governo regionale interventi sia per il settore privato che per quello pubblico, in aggiunta alle misure chieste al Governo nazionale .” Riteniamo- concludono Mannino e Milazzo- che le famiglie siciliane già provate dall’epidemia e dalla perdita del reddito e dell’occupazione abbiano il diritto di non perdere la casa”.