“E’ necessario estendere l’utilizzo del test con tampone a tutti i medici asintomatici che trattano i pazienti con Covid-19, per impedire una diffusione impropria del contagio”.

Lo afferma all’Ansa il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli. “Oggi – avverte medici e personale sanitario asintomatici ma positivi al nuovo coronavirus senza saperlo rappresentano, infatti, una mina vagante ed un enorme rischio negli ospedali”.

Dello stesso avviso anche il direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità, Gianni Rezza, che ancora all’Ansa dice: “E un argomento che va sicuramente affrontato, anche a fronte dell’invito dell’Oms ad aumentare i test: fare più test ai medici è chiaro che può essere utile, ma bisogna mettere in campo una strategia e considerare anche gli aspetti di fattibilità”.

“Credo – afferma Rezza – che sia un argomento importante di discussione. Anche l’Organizzazione mondiale della Sanità spinge ad estendere l’uso dei tamponi e questo perché si rintraccerebbero catene di trasmissione ed un maggior numero di positivi. Il punto, però, è che va anche considerata la fattibilità della misura: se ad esempio ci sono problemi di disponibilità di materiali, personale o tempi, allora è chiaro che bisogna concentrarsi sui soggetti sintomatici come fatto finora”.

Attualmente, il tampone viene infatti eseguito sui soggetti sintomatici che abbiano avuto contatti con persone positive o che siano stati in aree a rischio. C’è, inoltre, rileva Rezza, anche un altro aspetto da considerare: “Il tampone, in un soggetto asintomatico, può risultare negativo nel momento in cui viene eseguito ma potrebbe essere positivo se fatto successivamente. Dunque, bisognerebbe mettere in campo una strategia considerando appunto la possibilità di esiti dei test variabili nel tempo”.

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