Senza diritti e fuori da qualsiasi coperta di aiuti economici prevista dalle misure pensate dal Governo per fronteggiare la crisi economica in tempi di coronavirus. Stiamo parlando dei lavoratori a progetto, i cosìdetti Lap lavoratori i cui contratti vengono rinnovati di mese, di proroga in proroga, gli interinali. Una modalità di lavoro applicata in diversi settori, per esempio i call center.

Le principali aziende del settore annunciano che alla scadenza del 31 marzo i contratti non verranno rinnovati. A lanciare l’allarme è la Uilcom Sicilia che fa sapere che soltanto i contrattualizzati  il 23 febbraio potranno avere accesso al bonus previsto dal decreto del Governo.  Il riferimento della Uilcom è ad Almaviva ed al suo stop ai Lap per le commesse Wind e Sky, l’azienda ha assicurato di mantenere i lavoratori nelle liste aziendali per eventuali futuri bisogni. Ancora una volta i più fragili della catena sono quelli che pagano per primi la crisi.

Ma Almaviva non è la sola.  Nella crisi economica del call center Abramo, che avvierà per il Covid-19 il Fis per i suoi 3.220 lavoratori, di cui 250 palermitani, c’è il dramma di 16 lavoratori interinali dell’agenzia Open Job, che da tre mesi lavoravano al call center  il cui contratto è scaduto oggi.

Non hanno ottenuto la proroga dei contratti, non potranno accedere agli ammortizzatori sociali del decreto Cura Italia né avranno la possibilità di essere più riassunti. “Per loro, i più precari tra i precari, si tratta di una vera beffa: non hanno la Cig e la Naspi (che scatta dopo 13 settimane) e non potranno rientrare al lavoro in Abramo come gli altri, nel momento in cui finirà il periodo di cassa integrazione per i limiti imposti dal Decreto Dignità.

In arrivo a Palermo c’è una valanga di casi del genere”, avvisa il segretario generale della Nidil Cgil Palermo Andrea Gattuso e non riguarda solo il mondo dei call center.

Il secondo caso è già in corso e riguarda la Steel Impianti, azienda dell’indotto Fincantieri, dove i contratti agli interinali scadevano pure oggi, martedì 31 marzo. La Steel Impianti ha attivato la cassa integrazione per i suoi dipendenti e ha chiesto all’agenzia interinale Quanta di prorogare i 6 contratti in somministrazione. Ma dall’agenzia è arrivato il diniego. Anche tra questi lavoratori c’è chi non rientra in Naspi, chi non prenderà nulla e non potranno nemmeno accedere al Tis, il trattamento di integrazione salariale, che avrebbero ottenuto qualora il contratto fosse stato prorogato.

“Le aziende in cassa integrazione non stanno rinnovando i contratti a tempo determinato dei lavoratori in somministrazione. E questi lavoratori, non solo perdono il lavoro, ma si ritrovano fuori dagli ammortizzatori sociali e con la beffa di non poter essere più richiamati al lavoro causa del Decreto dignità – dichiara Andrea Gattuso, segretario generale Nidil Cgil Palermo – Esprimiamo forte preoccupazione perché secondo il Decreto dignità non è possibile rinnovare contratti senza causale. Chiediamo di modificare questa paradossale condizione”.

Nidil Cgil lancia l’Sos per tutti i settori in cui si trovano interinali nella stessa condizione.+

“Lanciamo l’allarme in tutti i settori in cui ci sono lavoratori con contratti a termine e in somministrazione. Sono i lavoratori meno tutelati. Non solo perdono il lavoro ma non hanno ammortizzatori e spesso non possono accedere alla Naspi e avranno difficoltà a essere riassunti – aggiunge il segretario di Nidil Gattuso – Il governo preveda delle misure pure per questi lavoratori che perdono il lavoro e non hanno possibilità di chiedere la disoccupazione. Chiediamo con forza al governo che in questa fase di emergenza i contratti in somministrazione per le aziende in cassa integrazione non rientrino nel Decreto dignità e non sia necessario chiedere la causale per la loro riassunzione. Le aziende e le agenzie si prendano le loro responsabilità e rinnovino i contratti”.