Filcams, Fisascat e Uiltucs ritengono che anche in Sicilia siano quanto mai opportune misure per rimodulare gli orari apertura degli esercizi commerciali prevedendo, auspicabilmente, la chiusura domenicale e l’apertura dal lunedì al sabato all’interno di un nastro orario di massimo 12 ore giornaliere. Tale richiesta l’hanno messa nero su bianco in una lettera indirizzata al presidente di Anci Sicilia Leoluca Orlando e per conoscenza alle associazioni datoriali, alle aziende della grande distribuzione e alle Rsu sindacali.

Tale richiesta, se accolta, sortirebbe un triplice effetto, ovvero, secondo quanto sottolineato dai sindacati.
1) Consentirebbe alle lavoratrici e ai lavoratori di limitare le ore a contatto con il pubblico e di
potere raggiungere, a fine turno, le proprie abitazioni in sicurezza considerata, peraltro, l’esigua
presenza di persone per strada e le limitazioni sui mezzi di trasporto pubblico;
2) Permetterebbe alle lavoratrici e ai lavoratori di allentare la tensione di queste ultime settimane
godendosi, per quanto la situazione lo consenta, la domenica in famiglia;
3) Sosterrebbe le misure previste dal DPCM “Io resto a casa” limitando, conseguentemente, le
presenze per strada soprattutto nelle giornate domenicali.

I sindacati ritengono che tali misure, se adottate, garantirebbero, da un lato, una migliore gestione dei turni e dei carichi di lavoro, dall’altro, favorirebbero accurate sanificazioni degli spazi dei pdv in ottemperanza, peraltro, a quanto disposto anche nel punto 4 del “Protocollo Condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”.

Ma a fronte di quella che definiscono l’ostinazione di molte aziende Filcams, Fisascat e Uiltucs Sicilia minacciano lo sciopero delle lavoratrici e lavoratori delle aziende della Grande Distribuzione se dovessero continuare a non rivedere gli orari di apertura degli esercizi commerciali per la vendita dei generi alimentari.

“Non ci fermiamo – dichiarano sul piede di guerra Monia Caiolo, MimmA Calabrò e Marianna Flauto Segretari Generali rispettivamente di FILCAMS, FISASCAT e UILTUCS Sicilia – con l’aumento dei casi di contagio da COVID 19 anche nella nostra regione, appaiono alquanto limitate le garanzie e le tutele a favore delle lavoratrici e dei lavoratori del settore che comunque, nonostante i rischi a cui sono esposti quotidianamente, con grande senso di responsabilità, garantiscono un servizio alla clientela che, viene considerato alla stregua dei servizi essenziali da rendere alla collettività. In questi ultimi giorni – continuano le Sindacaliste – abbiamo richiesto l’intervento delle Istituzioni affinché si emettessero ordinanze regionali atte a regolamentare gli orari di apertura delle attività di generi alimentari e, nelle more di eventuali risposte, ci siamo appellati anche al buon senso delle singole aziende del settore. Ma se in tante hanno accolto il nostro invito di rivederegli orari di apertura gli esercizi commerciali, con rammarico, abbiamo registrato che tante aziende altre hanno deciso di non muovere un dito. Ecco perché necessita l’intervento delle istituzioni. È evidente – tuonano Caiolo, Calabrò e Flauto – che tali misure non possono essere lasciate in balia della sensibilità del singolo Imprenditore e/o Società ma necessitano di essere strutturate, per l’appunto tramite apposite ordinanze, in modo che tutti seguano le stesse linee guida. Considerato, peraltro, che nel Decreto

“Cura Italia non è stata prevista alcuna misura che desse indicazioni per l’intero territorio nazionale, riteniamo che sulla scorta di esempi virtuosi di altri territori, anche in Sicilia sia quanto mai opportuno che le Istituzioni intervengano per emettere ordinanze per rimodulare gli orari apertura degli esercizi commerciali prevedendo, auspicabilmente, la chiusura domenicale e l’apertura dal lunedì al sabato all’interno di un nastro orario di massimo 12 ore giornaliere. Tale misura, se adottata, garantirebbe, da un lato, una migliore gestione dei turni e dei carichi di lavoro, dall’altro, favorirebbe accurata sanificazione degli spazi dei pdv in ottemperanza, peraltro, di quanto disposto anche nel punto 4 del “Protocollo Condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro. Se le istituzioni e le aziende – concludono le Sindacaliste – resteranno sorde, siamo pronti allo sciopero”

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