Indagine di finanzieri e carabinieri

Corruzione al Comune di Palermo, sequestrati cellulari e nuovi documenti in casa degli indagati (FOTO)

Carabinieri e finanzieri hanno sequestrato nuove carte e cellulari nel corso delle perquisizioni che sono state eseguite in occasione dell’indagine per corruzione al Comune di Palermo.

Agli arresti domiciliari sono finiti due consiglieri comunali: Giovanni Lo Cascio, 50 anni, capogruppo del Pd, è il presidente della commissione Urbanistica del Comune; e Sandro Terrani, 51 anni, capogruppo di “Italia Viva”, membro della commissione Bilancio. Domiciliari anche per due funzionari comunali: Mario Li Castri, 54 anni, ex dirigente dell’Area Tecnica del Comune; e Giuseppe Monteleone, 59 anni, già dirigente dello Sportello Unico delle Attività produttive. Stesso provvedimento per l’architetto Fabio Seminerio, 57 anni; e per gli imprenditori Giovanni Lupo, 77 anni, di San Giovanni Gemini (Agrigento), e Francesco La Corte, 47 anni, originario di Ribera (Agrigento), rispettivamente amministratore di fatto e di diritto della “Biocasa srl” con sede a Palermo.

All’architetto Agostino Minnuto, 60 anni, è stato invece notificato l’obbligo di presentazione quotidiano alla polizia giudiziaria.

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Domani inizieranno gli interrogatori di garanzia. Le indagini degli investigatori stanno proseguendo in queste ore sulle tre grandi lottizzazioni in altrettante aree industriali dismesse: l’ex Keller di via Maltese (non lontano da viale Strasburgo), alcuni capannoni in via Messina Marine e l’ex fabbrica di agrumi a San Lorenzo.

Si tratta di progetti per centinaia e centinaia di appartamenti già valutati dall’Area tecnica infrastrutture, di cui Li Castri per un periodo è stato il capo, che sono passati al vaglio della commissione Urbanistica, ma che sono approdati in Consiglio comunale a novembre dello scorso anno. Serviva una delibera per sbloccarli, visto che si trattava di progetti in deroga al piano regolatore. Voto che poi non è arrivato.

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Già a gennaio dello scorso anno la visita dei finanzieri e il sequestro dei documenti sulle lottizzazione al Polo Tecnico in via Ausonia disposti dalla procura e alcuni articoli di stampa avevano messo in allarme gli indagati.

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