Salvare l’agricoltura trapanese dev’essere il primo punto dell’agenda del nuovo Governo Regionale e per questo a gran voce gli agricoltori chiedono che “si formi subito un esecutivo che possa salvaguardare il settore”.  È quanto emerso  ieri al termine dell’incontro tra il direttore  della Coldiretti di Trapani  Santo di Maria  e una delegazione  d’imprenditori del comparto olivicolo con il prefetto Filippina Cocuzza.

Incognite sul prezzo di olio e olive

Il prezzo  di vendita sia dell’olio d’oliva sia delle olive da mensa è molto  basso e comunque ancora non si conosce effettivamente  e questo mette in ginocchio centinaia d’imprese  che rischiano di chiudere provocando una vera tragedia per tutta la provincia che vive dell’indotto olivicolo. Il vantaggio competitivo dovuto all’anticipo della raccolta rispetto al resto d’Italia – è stato ribadito – si sta erodendo perché non si raccoglie e quindi non si molisce.

L’impegno de prefetto di Trapani

Il Prefetto ha assicurato il suo impegno continuo anche con il Governo nazionale e l’interlocuzione con il direttore  generale dell’Assessorato regionale dell’Agricoltura.

“Costi quadruplicati per la produzione dell’olio”,

“Raddoppiati, triplicati, quadruplicati. I costi per produrre olio ormai sono impazziti e si prevede un’annata molto critica per i produttori olivicoli che si somma alla già stimata produzione inferiore di almeno il 30 per cento a causa della siccità”. È quanto sottolinea Coldiretti Sicilia.  “Se l’anno scorso il costo per la spremitura in alcune zone era di 12 centesimi al chilo quest’anno sarà almeno 16 e dov’era 16 i produttori pagheranno 20 centesimi al chilo. Questo significa che insieme al vetro e in generale a tutto il packaging e ai trasporti una bottiglia di olio all’agricoltore costerà almeno 10 euro, ma di fatto non si sa ancora quale sia il livello del prezzo. L’olio extravergine siciliano – sottolinea ancora Coldiretti Sicilia – rappresenta una delle produzioni più importanti che si estende su circa 160.000 ettari con una frammentazione aziendale media di un ettaro e per questo bisogna agire immediatamente con interventi adeguati che supportino gli imprenditori”.

I rischi

A fronte dei rincari secondo l’associazione degli agricoltori, “il rischio – conclude l’organizzazione agricola – è che i consumatori acquistino dei prodotti di scarsa qualità a pochi euro che minano la salute perché la qualità è la prima caratteristica che deve avere questo alimento alla base della dieta”.

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