Con la fine dello stato d’emergenza previsto il 31 marzo e l’ultimo Decreto varato in settimana dal Governo, saranno progressivamente eliminate le restrizioni per il Covid decise nei mesi scorsi. I siciliani guardano con molta attenzione e fiducia ai nuovi scenari e all’estate, pur esprimendo per il momento una posizione attendista: è quanto emerge dall’indagine condotta nell’Isola dall’Istituto Demopolis.

Per 2/3 dei siciliani è meglio mantenere la prudenza

“Per quasi i due terzi dei siciliani – afferma il direttore di Demopolis Pietro Vento – la situazione è oggi meno preoccupante, ma è preferibile restare prudenti. La pensa diversamente poco più di un quarto dei cittadini, convinti invece che il peggio sia passato e che si possa tornare pienamente alla vita di prima”.

Analogo appare l’atteggiamento sulle mascherine: dando ormai per scontata la fine dell’obbligo all’aperto, più di 3 intervistati su 4 ritengono, prudentemente, che sia ancora presto per eliminarle definitivamente anche nei luoghi al chiuso.

Analisi dal lockdown a oggi

Sono trascorsi oltre 24 mesi dai giorni più bui del lockdown che, dal marzo del 2020, chiuse il Paese per lunghe settimane: l’Istituto Demopolis ha chiesto ai siciliani di fare una riflessione su questi 2 anni di sfida al Covid.

“Nel loro bilancio su 2 anni di pandemia – spiega Pietro Vento – i siciliani non dimenticano gli sforzi di medici, infermieri e dell’intera sanità regionale per far fronte alla pandemia”.

Misure sanitarie sufficienti

La maggioranza dei cittadini, il 52%, valuta nel complesso positivamente le misure sanitarie attuate nell’Isola per provare a contenere la diffusione del Coronavirus nell’Isola.

6 su 10 esprimono una valutazione positiva sulle strutture ospedaliere. Più tiepida la valutazione sul ruolo dei medici di famiglia di fronte al Covid. Meno di uno su due promuove i Pronto Soccorso; il giudizio più critico viene espresso invece dai siciliani sulla medicina territoriale che – nell’Isola come in quasi tutte le altre regioni italiane – è apparsa poco in grado di fronteggiare l’emergenza.

La quarta ondata con Omicron

Da che cosa è dipeso il sovraccarico degli ospedali nel nostro Paese, in occasione della quarta ondata del Covid? Per quasi 2 siciliani su 3, intervistati da Demopolis, la ragione va ricercata soprattutto nell’altissima diffusione del virus dovuta alla variante Omicron, ma anche nelle carenze di cure domiciliari precoci. Il 63% ritiene che la causa sia stata l’alto numero di cittadini non ancora vaccinati; altra possibile ragione, l’allentamento delle misure di distanziamento, indicato dal 34%.

Come emerge dal trend Demopolis, la lunga emergenza pandemica ha modificato l’opinione dei siciliani sul valore del Servizio Sanitario. In 2 anni, la percentuale di siciliani convinti dell’importanza della sanità pubblica è cresciuta di oltre 30 punti, superando oggi l’80%.

Successo campagna vaccinale

Secondo l’indagine, il principale successo della risposta istituzionale al Covid si dimostra in Sicilia la gestione della campagna vaccinale. Un giudizio ampiamente positivo viene espresso dai siciliani: chiamati a dare un voto in pagella, più di 3 siciliani su 4, ne promuovono l’organizzazione con un voto pari o superiore al 6.

E il giudizio positivo viene ampiamente confermato da coloro che si sono vaccinati in un centro o in un hub in Sicilia, anche in virtù della gentilezza e dell’attenzione del personale, nonché della buona organizzazione degli hub (57%). A fronte di un segmento minoritario di cittadini contrari o dubbiosi, una vasta maggioranza della popolazione siciliana ha vissuto la campagna vaccinale come un’opportunità per ridurre significativamente i rischi del Covid.

L’opinione pubblica si divide invece in tema di vaccinazione contro il Covid dei minori compresi nella fascia di età 5-11 anni. È del 42% la dimensione dei favorevoli, convinti che la somministrazione pediatrica contribuisca ad una maggiore sicurezza e al ritorno alla normalità. Il 12% rinvierebbe la scelta all’autunno, mentre oltre un terzo dei siciliani si dichiara del tutto contrario alla vaccinazione dei più piccoli, con un dato che innalza sopra il 50% fra i genitori di figli under 12 intervistati da Demopolis.

 

 

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