Attivare un progetto di sperimentazione della plasmaterapia in Sicilia per curare i pazienti affetti da Covid-19. È il contenuto di una mozione inviata dal Gruppo Parlamentare Ora Sicilia al governo regionale.

«La terapia che si basa sull’infusione del plasma iperimmune ricavato dai pazienti guariti – dichiarano i deputati Luigi Genovese, Luisa Lantieri e Pippo Gennuso – ha già fatto registrare decine di guarigioni negli ospedali di Mantova e Pavia, dove la plasmaterapia è stata adottata in via sperimentale. Un processo terapeutico che pare contraddistinguersi non solo per i livelli di efficacia, ma anche per i costi molto contenuti e per la sostanziale assenza di effetti collaterali: tutti elementi, questi, che sono anche stati di recente evidenziati dalla prestigiosa rivista “Nature”. In Umbria e in Puglia – sottolineano Genovese, Lantieri e Gennuso – a breve verranno avviati gli iter necessari per la sperimentazione di questa risorsa terapeutica molto promettente, che potrebbe rivelarsi decisiva nel contrasto alla crisi epidemiologica innescata dalla diffusione del Covid-19. La Sicilia non può e non deve farsi trovare impreparata su questo importante fronte. Dopo aver dimostrato, come certificano i dati sul contagio, di aver messo in campo misure vincenti per il contrasto al Coronavirus, siamo convinti – concludono i deputati – che il governo Musumeci, e in particolare l’assessore alla Sanità, Ruggero Razza, accoglieranno con favore l’indicazione di Ora Sicilia».

Intanto, due giorni fa, Giuseppe De Donno, direttore del reparto di Pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova, intervistato da La Verità, ha affermato: «Usiamo tutti i farmaci che danno speranze, pur di salvare vite, ma altrettanto dovrebbero fare i colleghi impegnati nella lotta e usare il plasma iperimmune, l’arma migliore che abbiamo al momento, cura testata sui malati di Covid-19 e sono guariti».

Il medico ha raccontato che 48 pazienti sono stati ‘arruolati’ nella sperimentazione e ognuno di essi è guarito «ma la sperimentazione è chiusa, in attesa di dei dati della letteratura». De Donno ha sottolineato di non essere stato contattato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), «in compenso sono arrivati i Nas in ospedale: proibire l’uso del plasma dei pazienti guariti e particolarmente ricco di anticorpi è gravissimo e la comunità scientifica dovrà rispondere di questo ai cittadini».

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