“Il governo regionale ha annunciato in pompa magna la distribuzione di oltre due milioni di mascherine in Sicilia. Mi auguro che non siano tutte come quelle che sono state consegnate al personale del Dipartimento Acque e Rifiuti, perché se è così tanto vale evitare la fatica di distribuirle: più che mascherine sembrano ‘pezzi di carta’”. Lo dice Anthony Barbagallo, parlamentare regionale del PD.

“Mi chiedo chi abbia deciso l’acquisto di queste ‘mascherine’ e quanto siano costate – aggiunge Barbagallo – e soprattutto mi chiedo se è questo il modo in cui il presidente Musumeci e l’assessore Razza intendono aiutare i siciliani a tutelarsi dal Covid19”.

“Il governo regionale – conclude il parlamentare PD – continua a manifestare una grave inadeguatezza nella gestione dell’emergenza sanitaria, e di fronte alle proprie inefficienze si chiude in un imbarazzante silenzio senza assumersi le proprie responsabilità”.

Secca e puntuale la replica: “Un vero record in negativo, quello di Barbagallo: in pochi giorni è riuscito nell’impresa di compiere due clamorosi autogol, lanciando accuse che gli si rivoltano contro come un boomerang. Prima la richiesta di applicazione dell’art. 31 dello Statuto, non sapendo che servono le norme attuative e per giunta essendo poi smentito dal suo Pd che su questo tema ha attaccato Musumeci. Oggi il bis, con un’assurda polemica sulle mascherine distribuite agli operatori del Dipartimento Acqua e rifiuti”.

Lo afferma Alessandro Aricò, capogruppo all’Ars di DiventeràBellissima, replicando al parlamentare regionale del Pd e aggiungendo: “I dispositivi in questione, infatti, non sono quelli per uso sanitario acquistati autonomamente dalla Regione, grazie ai quali si sono potuti rifornire ospedali, case di cura, rsa, case di riposo, cta, medici di famiglia e pediatri. Si tratta, invece, delle mascherine che Roma aveva inizialmente spedito per le nostre strutture ospedaliere e che giustamente erano state ritenute inutilizzabili per le professionalità della Salute, come denunciato il 18 marzo dal presidente Musumeci. La Regione Siciliana, invece, ha giustamente ritenuto di destinarle a coloro che svolgono altre attività per le quali tali dispositivi sono impiegabili. Barbagallo la smetta di fare polemica e rifletta di più prima di lanciare accuse inconsistenti”.

“La rivolga o Roma l’onorevole Barbagallo la domanda su chi abbia comprato le ‘mascherine mappine’, e poi si chieda anche se questo governo nazionale sia adeguato, visto che quelle criticate sono proprio le mascherine inviate da Roma in Sicilia dopo settimane di attesa. Solo che Musumeci non li ha date ai sanitari più esposti nei Covid ospital cui erano destinate, a loro ha fatto arrivare mascherine ffp2 ed ffp3 e dpi comprati in Cina direttamente dalla Sicilia con la mediazione dell’Ismett. Se Barbagallo vuole può invece chiedere a Musumeci di spiegargli come comprare tonnellate di dpi di alta qualità senza farsi fregare, cosi potrà girare i consigli al suo leader Zingaretti che, purtroppo, pare si sia fatto ingenuamente truffare 11 milioni di euro della regione Lazio per l’acquisto di mascherine mai arrivate”

Articoli correlati