Sono 1.246 i nuovi casi di Covid19 registrati nelle ultime 24 ore in Sicilia a fronte di 10.349 tamponi processati. Ieri erano 1.613. Il tasso di positività è al 13,4% in diminuzione rispetto al 15% di ieri.

Le vittime, i guariti, gli attuali positivi

La Sicilia è al sesto posto per contagi. Gli attuali positivi sono 71.813 con una crescita di 553 casi. I guariti sono 692 e una vittima, che porta il totale dei decessi a 12.057.

La situazione negli ospedali

Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 458, 12 in meno rispetto al giorno precedente, in terapia intensiva sono 24, tre in meno rispetto al giorno precedente.

La situazione nelle singole province

A livello provinciale si registrano a Palermo 222 casi, Catania 235, Messina 307, Siracusa 101, Trapani 105, Ragusa 77, Caltanissetta 60, Agrigento 77, Enna 62.

Il tasso di letalità del Covid19 è sceso

Il tasso di letalità del Covid-19 è sceso dal 19,6% di inizio pandemia allo 0,1% di giugno 2022. A rilevarlo è il report esteso dell’Istituto superiore di sanità (Iss), che accompagna il monitoraggio settimanale sull’andamento dell’epidemia di Covid-19 in Italia. L’indice CFR (case fatality rate), ovvero il numero dei decessi sulla popolazione dei casi diagnosticati e notificati, spiega l’Iss, “permette di avere una misura mensile del tasso di letalità del Covid-19. Il CFR grezzo è diminuito dal 19.6%, rilevato all’inizio della pandemia, allo 0,1% a giugno 2022”. A gennaio 2021, il CFR grezzo risultava pari a 2,4% mentre a gennaio 2022 risultava pari a 0,2%. Lo stesso andamento decrescente, afferma l’Iss, “si è osservato in corrispondenza sia del CFR standardizzato rispetto alla popolazione europea che rispetto alla popolazione italiana. Gli alti valori osservati nella prima fase pandemica – chiarisce l’Istituto – sono verosimilmente anche dovuti alla ridotta capacità diagnostica. Come è ormai ben noto, il numero medio giornaliero di tamponi effettuati è passato da 3.110 a febbraio 2020 a 175.970 ad agosto 2022”. Infine, “si osserva che i valori del CFR standardizzato utilizzando come riferimento la popolazione europea (mediamente più giovane della popolazione italiana) risultano sempre più bassi rispetto ai valori del CFR standardizzato che ha come riferimento la popolazione italiana. Questo suggerisce che le differenze con gli altri Paesi europei, in termini di letalità, siano in parte dovute alla struttura per età della popolazione italiana, che – conclude l’Iss – è relativamente più anziana”.

Maggior numero di tamponi effettuati negli ultimi 7 giorni

“La realtà è che non c’è, per ora, alcuna corsa al rialzo dell’epidemia. Ad oggi, con gli ultimi dati disponibili riferiti a Venerdì 26 Agosto, i casi negli ultimi 7 giorni sono aumentati solo del 6%, ma anche questo aumento, come quello sensazionalistico del 18.7% di alcuni giorni fa, è frutto semplicemente di un maggior numero di tamponi effettuati negli ultimi 7 giorni, rispetto ai precedenti 7: 1.031.055 contro 998 874”. Lo afferma all’ANSA Antonello Maruotti, Ordinario di Statistica all’Università LUMSA e cofondatore dello StatGroup19, gruppo inter accademico di studi statistici sulla pandemia da Covid-19.

Lo statistico: “Informazioni fuorvianti e a tratti allarmistiche”

“La presenza della giornata di Ferragosto, in cui si sono eseguiti un basso numero di tamponi, nella settimana con cui si fa il confronto per determinare la crescita, distorce in modo significativo le percentuali calcolate. Dopo due anni e mezzo di pandemia – afferma Maruotti – è grave che non si sappiano ancora interpretare correttamente i numeri e l’andamento dell’epidemia, dando informazioni fuorvianti e, a tratti, allarmistiche, senza un reale fondamento”.

“Possibili oscillazioni al rialzo ma numeri gestibili”

I dati degli ultimi 21 giorni, rileva, “ci raccontano la storia attuale dell’epidemia. Il tasso di positività (casi/tamponi) è stato del 15.5%, 15.2% e 15.6%, a fronte di 160.467, 151.334 e 203.555 casi rispettivamente, nelle ultime tre settimane. Non ci sono differenze significative nei tassi di positività. Sapevamo, era ovvio, che il numero dei casi non sarebbe diminuito all’infinito; casi zero non è realistico. Tuttavia, il leggero aumento osservato negli ultimi 7 giorni è totalmente imputabile ad un maggiore numero di tamponi eseguiti e non ad una ripresa veloce del contagio”. “E’ probabile che nelle prossime settimane, con il rientro nei luoghi chiusi e la ripresa delle attività, il numero dei casi settimanali non decresca, come invece fatto nel mese di Agosto, e potranno anche registrarsi oscillazioni al rialzo, ma sempre – conclude – su numeri ampiamente gestibili in questa fase”.

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