E’ paura nuovi focolai da covid19 in Sicilia. Nonostante i dati di ieri siano più contenuti, la preoccupazione si espande nell’isola dopo la nascita di nuove zone rosse e la denuncia di focolai anche ospedalieri.

Sono 85 i nuovi positivi registrati nell’isola nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 182). Salgono così a 3.247 gli attuali positivi e passano a 353 i ricoverati in ospedale con un incremento di 11 ricoveri rispetto a ieri.

Di questi 24 si trovano in terapia intensiva, ben 4 in più di ieri mentre diventano 324 i ricoveri in regime ordinario; 2.894 sono i pazienti in regime isolamento domiciliare. I  tamponi eseguiti sono stati, però, solo 3.498 come sempre la domenica.

E si registrano due nuove vittime che portano il totale a 319. I deceduti sono una donna di 95 anni di Trapani e un’altra donna di 80 anni di Catania  I guariti nelle ultime ore sono solo 7.

Sul fronte della distribuzione territoriale ancora Palermo con 33 casi è in testa al contagio ma Catania segue a ruota con 32. Poi c’è Ragusa con 6 nuovi positivi e ben 4 province tutte con 3 nuovi casi ciascuna ovvero Agrigento, Caltanissetta, Messina e Siracusa. Infine un nuovo positivo ad Enna e 1 a Trapani.

A prescindere dalle zone rosse preoccupa la situazione del Policlinico di Catania dove trapela la notizia di un mini focolaio Covid nella sala parto. Al momento i casi accertati sarebbero sette, tutti riscontrati tra i sanitari del reparto, 2 infermieri, 4 ausiliari e un anestesista che sono stati posti in isolamento. Catania ieri ha mostrato un numero di contagi quasi pari a quello di Palermo.

E nel capoluogo oggi è chiusa la ripartizione anagrafe del Comune per un contagio mentre al Liceo Garibaldi scatta un altro allarme così come avviene a Vittoria per il secondo istituto chiuso in poche ore. Contagi schizzati anche nel Siracusano. E l’attenzione è puntata sulle nuove misure che il governo starebbe preparando. Una sorta di mini lockdown conc hiusure anticipate delle attività la sera e la sospensione di alcune categorie ma, sembra, senza lasciando aperti uffici e fabbriche

 

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