Si chiamano Npl (“Non performing loan”) e sono quei prestiti in sofferenza che rappresentano per le banche crediti difficili da esigere. Oggi questi crediti deteriorati (derivanti da prestiti, finanziamenti e mutui) in Italia rappresentano da un lato un problema per gli equilibri economici delle banche stesse, dall’altro un’opportunità di mercato con fondi di investimento (soprattutto esteri) che hanno acquistato gli Npl e contemporaneamente con diverse società, specializzate nel loro recupero, che si sono affacciate nel settore.
Un fenomeno che sta riguardando sempre di più anche la Sicilia dove, secondo i dati di Banca d’Italia, le sofferenze nette ammontavano nel 2018 a 5,8 miliardi di euro con 4,7 miliardi cedute nei due anni precedenti. Sul futuro di questo mercato in Italia e sull’Isola, sulle nuove regole che lo riguarderanno e sulle opportunità che si stanno creando, Palermo ha ospitato oggi una Convention con esperti di settore, docenti universitari e rappresentanti delle banche.
L’iniziativa è stata organizzata da AIFIRM (Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers, www.aifirm.it) con le Università di Catania e Palermo ed il sostegno di Banca Agricola Popolare di Ragusa, Banca Popolare Sant’Angelo e Banca di Credito Peloritano.
Gli Npl in Italia: il record nel 2015
Il fenomeno degli Npl è stato acuito dalla crisi economica e finanziaria che ha colpito l’Europa dal 2008. Infatti, ammontavano a 65 miliardi di euro nel 2007 e hanno raggiunto un valore record nel 2015 a 341 miliardi di euro, per poi scendere gradualmente negli anni successivi: nel 2018 rappresentavano 222 miliardi di euro. Hanno contribuito alla riduzione degli ultimi anni la miglior congiuntura economica, il minor flusso di crediti deteriorati e il forte impulso alle cessioni delle sofferenze imposto dalla vigilanza per evitare impatti negativi sugli equilibri economici, gestionali e organizzativi delle banche. Il 2018 è stato, ad esempio, un anno ricco di transazioni per gli Npl, con un ammontare che si è attestato intorno ai 66 miliardi di euro di crediti deteriorati ceduti, con un valore di mercato stimato in circa 17 miliardi. Le pressioni delle Autorità regolamentari e del mercato spingeranno il sistema bancario verso ulteriori cessioni significative ed una maggiore industrializzazione dei processi del credito. Ecco quindi aprirsi nuovi spazi di mercato.
Gli Npl in Sicilia: sono il 10% dei prestiti
In Sicilia, secondo la Banca d’Italia, alla fine del 2018 i prestiti bancari ammontavano a 58 miliardi di cui 6,6 destinati alle piccole e medie imprese, 15 miliardi alle imprese medio-grandi, 30,6 miliardi alle famiglie non produttive e 6 miliardi alla Pubblica amministrazione. In totale le sofferenze nette ammontavano a 5,8 miliardi.
L’anno precedente le sofferenze nette erano 9 miliardi, mentre nel 2016 si arrivava a 11 miliardi: il trend è quindi discendente. In Sicilia sono state cedute (o stralciate) a investitori esteri in due anni esposizioni a sofferenza per oltre 4,7 miliardi. Il governo siciliano ha costituito un apposito tavolo del credito per la analisi dell’impatto sociale e per proporre misure normative che possano ridurre i disagi.
“La giornata di studi ed approfondimenti organizzata da AIFIRM rappresenta per la Banca Agricola Popolare di Ragusa un importante momento di confronto ed approfondimento su una tema di attualità, caratterizzato, tra l’altro, da un approccio sempre più determinato da parte del Regolatore nazionale ed europeo – affermano dall’istituto di credito – L’Organo di Supervisione Strategica della Banca Popolare di Ragusa ha varato un articolato Piano di Gestione degli NPL, integrato, con il Piano di Impresa 2019/2021 e con il proprio RAF, nella consapevolezza che una progressiva riduzione dello stock di crediti deteriorati rappresenti un imprescindibile “driver” strategico, volto a ridurre il livello di rischiosità dell’attivo aziendale. In tal senso sia il Board che la Direzione Generale della Banca ritengono che una efficace azione di de-risking possa concorrere a rivitalizzare ancor di più la funzione di allocazione del risparmio che, come noto, rappresenta la prima mission di una Banca come la Popolare di Ragusa che, da oltre 130 anni, opera nel contesto economico e sociale della regione”.
“I temi oggetto di questo convegno sono di assoluta attualità e di notevole rilevanza per tutto il sistema bancario – dicono dalla Banca Popolare di Sant’Angelo – perché la crisi finanziaria iniziata nel 2008 ha generato sull’intero sistema bancario internazionale una crescita straordinaria dei crediti deteriorati, per far fronte alla quale il Regolatore e le singole Banche sono dovute intervenire nella regolamentazione e nelle strategie di gestione degli Npl.
Anche la Banca Sant’Angelo ha affrontato il tema con determinazione e concretezza, operando nel 2016 una profonda ristrutturazione organizzativa, ma certamente l’operazione che ha consentito di attuare una significativa riduzione dei crediti deteriorati è stata l’operazione di cessione delle sofferenze attuata con la società Luzzati NPL’S POP».
Per la Banca di credito peloritano «nel meridione d’Italia la funzione dei piccoli istituti territoriali continua a rimanere fondamentale, dinanzi alla stretta creditizia messa in atto dai principali player di mercato. Tuttavia, anche alle banche del territorio, se vorranno continuare a fornire il proprio contributo al sostenimento dell’economia locale, sarà richiesto di adeguarsi alle novità introdotte, in termini di processo creditizio e gestione degli Npl. Pertanto, esse dovranno contemperare la loro propensione ad un credito cosiddetto “di relazione”, con le nuove metodologie di determinazione della sostenibilità dell’impiego finanziario, in rapporto alla sua potenziale rischiosità».
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