L’ex preside dello Zen Daniela Lo Verde ha chiesto di essere interrogata e ha fatto solo parziali ammissioni. Dopo l’iniziale scena muta all’interrogatorio di garanzia, la dirigente scolastica avrebbe voluto rilasciare le sue prime dichiarazioni dopo l’arresto. E’ quanto riporta Live Sicilia. Ai magistrati avrebbe detto che quei sacchetti con alimenti portati via da scuola in realtà li avrebbe acquistati di tasca. Ammettendo di aver fatto un leggerezza portandosi a casa pc e tablet acquistati con i fondi destinati alla scuola. Ma lo avrebbe fatto in buona fede rivendicando il suo ruolo attivo sul fronte antimafia. I pm europei hanno indagato sulla donna, accusata di razziare la mensa scolastica e di essersi appropriata di tablet e pc destinati agli studenti.
Breve interrogatorio
L’interrogatorio sarebbe durato pochi minuti. La Lo Verde avrebbe evidenziato ai magistrati che mai si sarebbe appropriata del cibo della mensa. Quei sacchetti portati via da scuola sarebbero stati acquistati con i suoi soldi. L’unica ammissione è quella relativa ai dispositivi elettronici. Ma si è parzialmente giustificata sostenendo di non essere consapevole che quello fosse un abuso.
I nuovi sequestri il mese scorso
Nel maggio scorso ci furono nuovi sequestri a carico della donna, finita sotto inchiesta per corruzione e peculato. I carabinieri quella volta portarono via telefoni Iphone e computer che erano nella disponibilità delle figlie della donna, che si trova tutt’oggi agli arresti domiciliari. Il provvedimento scaturì dal sospetto che anche quei dispositivi elettronici potessero essere tra quelli indebitamente presi dall’oramai ex dirigente scolastica, rimossa dal suo incarico dopo l’arresto.
Cosa è stato sequestrato
Per l’esattezza gli ulteriori sequestri a carico della preside furono tre telefonini e un pc, per un valore che si aggirava attorno alle 4 mila euro. Anche questi apparecchi potrebbero rientrare tra quelli hanno fatto parte dell’inchiesta e sono finiti sotto la lente degli inquirenti.
Posizione aggravata
Oltretutto nei giorni scorsi si è anche aggravata la posizione della Lo Verde. Ad essere emerso il fatto che la preside avrebbe nominato la figlia responsabile del trattamento dei dati personali della scuola. Non solo: avrebbe fatto iscrivere falsamente all’istituto Falcone dello Zen una parente disabile e la figlia del suo vice, che in realtà non avrebbero mai frequentato. Con questa mossa voleva aumentare il numero degli studenti e avere più finanziamenti. Non si fermano, dunque, le indagini che ora puntano ad approfondire la gestione dei fondi Ue da parte della scuola.
Confermati i domiciliari
Intanto il tribunale del Riesame di Palermo aveva confermato nelle scorse settimane gli arresti domiciliari per Daniela Lo Verde e per il suo vice Daniele Agosta. Una decisione arrivata in tempi record, a poche ore dalla discussione delle parti, che aveva accolto l’istanza della Procura Europea e rigettato la richiesta di revoca della misura avanzata dai legali dei due indagati. La donna, nota per le sue battaglie antimafia in un quartiere a rischio, e il suo numero due si sarebbero impossessati dei beni della mensa scolastica e di dispositivi elettronici destinati agli studenti. L’inchiesta è stata condotta dai pm della Procura europea Gery Ferrara e Amelia Luise.
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