Il giudice del lavoro del tribunale di Palermo Matilde Campo ha condannato la Reset, azienda partecipata del Comune di Palermo a risarcire il dipendente invalido trasferito senza giusta causa dal centro ippomontato campo ostacoli dove svolgeva l’attività di custode a svolgere la stessa mansione all’area servizi VIII circoscrizione a Villa Costa Terrasi in viale Lazio.

L’impiegato assunto alla Gesip e riassorbito alla Reset aveva subito questo trasferimento senza il proprio consento e creando tanto disagio al lavoratore. Nel corso di un primo procedimento il giudice del lavoro aveva imposto alla Reset di riassumere il dipendente.

Adesso assistito dagli avvocati Antonino Garofalo e Francesca Paola Garofalo il dipendente dopo l’assunzione ha ottenuto un congruo risarcimento per i danni patiti. Quel trasferimento imposto aveva “determinato una situazione di malessere e disagio e l’insorgere di straining, una situazione di stress forzato sul posto di lavoro, in cui la vittima subisce almeno una azione che ha come conseguenza un effetto negativo nell’ambiente lavorativo, azione che oltre ad essere stressante, è caratterizzata anche da una durata costante”.

Il giudice ha imposto trasferimento nel posto di lavoro precedente

Il giudice ha condiviso le richieste dei legali e imposto il trasferimento del dipendente al posto di lavoro che occupava. “Il dipendente – si legge nella sentenza – che soffre di diversi problemi psicologici a seguito del provvedimento di trasferimento adottato da Reset presso la struttura di Villa Costa Terrasi, abbia subito un aggravamento delle proprie condizioni di salute tradottosi in un ‘danno biologico’”. Da qui la sentenza del giudice Matilde Campo che ha condannato l’azienda partecipata a risarcire il dipendente.

La prima condanna a Reset, la vicenda

A fine giugno Il giudice del lavoro del tribunale di Palermo aveva condannato la Reset e imposto alla società di riassegnare ad un dipendente invalido il posto che occupava prima.

Il dipendente della Reset Francesco Paolo Farina, invalido al 100%, era stato trasferito dal centro ippomontato campo ostacoli dove svolgeva l’attività di custode a svolgere la stessa mansione all’area servizi VIII circoscrizione a Villa Costa Terrasi in viale Lazio.

“Licenziamento nullo in quanto ritorsivo”

Anche il giudice Campo ribadisce nella sentenza che il licenziamento irrogato è nullo in quanto ritorsivo. “Il pubblico dipendente che, nell’interesse dell’integrità della pubblica amministrazione, segnala al responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza o denuncia all’autorità giudiziaria ordinaria o a quella contabile, condotte illecite di cui è venuto a conoscenza in ragione del proprio rapporto di lavoro non può essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito, o sottoposto ad altra misura organizzativa avente effetti negativi, diretti o indiretti, sulle condizioni di lavoro determinata dalla segnalazione – si legge nella sentenza – L’ordinanza opposta va dunque confermata nella parte in cui, qualificato come ritorsivo il licenziamento del dipendente conseguente alla denuncia sporta avverso i vertici aziendali, ne ha disposto la reintegrazione nel posto di lavoro con le statuizioni risarcitorie”.