Siglato stamattina, presso la sede del Centro Pio La Torre e alla presenza del sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, un protocollo d’intesa tra il Miur e il Centro Studi.

Attraverso il Protocollo il Centro La Torre e il Miur si prefiggono l’obiettivo di “attivare una progettazione congiunta sui temi dell’educazione alla Legalità finalizzata alla diffusione della cultura antimafia e della sicurezza e ad incrementare tra le giovani generazioni la coscienza dei valori democratici e la partecipazione”.

Per Davide Faraone “il Protocollo costituisce un testo base di accordo sul quale poi dobbiamo strutturare delle iniziative che possano rafforzare il lavoro che il Centro Studi ha compiuto in questi anni. Vi è anche l’opportunità attingere ai fondi della l.440/97 che prevede delle specifiche risorse per iniziative di formazione. Obiettivo dei Governi – continua il sottosegretario – deve essere quello di saper valorizzare il lavoro virtuoso che il Centro Studi e altre associazioni compiono da anni sui temi della legalità per non far passare l’idea che l’antimafia sia solo un mezzo per costruire carriere”.

“Una prima idea di iniziativa comune con il Miur – annuncia Vito Lo Monaco, presidente del Centro La Torre – è la proposta di istituzione di un premio di ricerca europeo, intitolato a Pio La Torre e rivolto ai dottorandi, su lavori relativi al diritto comunitario antimafia. Ringrazio il sottosegretario Faraone – continua Lo Monaco – perché condivide con noi l’idea che la scuola sia la più importante agenzia educativa del Paese ed attraverso specifiche iniziative va sempre di più introdotta una riflessione seria sulla pericolosità e pervasività di un fenomeno complesso come quello dell’intreccio tra mafia, affari e politica”.

“Il ruolo che la scuola deve mettere in campo su temi come legalità e antimafia è fondamentale – ha detto Faraone – Il vero cuore delle riforma è stato dare alla didattica un approccio completamente diverso rispetto al passato. Oggi ai dirigenti scolastici è data la possibilità di prevedere percorsi didattici e formativi diversi, di dedicare ore di lezione all’antimafia, per esempio, da affiancare al tradizionale studio della matematica, storia, italiano. E’ un salto culturale enorme”.

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