Il personale Seus 118 è in prima linea nel contrasto al Coronavirus, mettendo a rischio la propria salute e
quella delle proprie famiglie, e ha bisogno di ogni tutela possibile: la società ha già fatto molto ma chiediamo più dispositivi di sicurezza, nuovi turni, tamponi periodici, zone franche per sanificare le divise e strutture ad hoc per ospitare chi è maggiormente esposto ai pericoli”.

Lo scrive Giuseppe Badagliacca del Csa-Cisal in una nota inviata ai vertici della Seus e all’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza.

“Per chi lavora sulle ambulanze non esistono né ferie, né smart working – spiega Badagliacca – e il personale sta mostrando un senso del dovere encomiabile, ma i lavoratori hanno paura di poter essere contagiati o, peggio, di poter contagiare i propri cari. Il Csa-Cisal chiede pertanto l’adozione di alcune misure straordinarie: bisogna
rivedere i turni, visto che i tempi medi di intervento sono passati da un’ora a 3-4 ore e che per sanificare un’ambulanza spesso ci vogliono anche 3 ore; sostenere i dipendenti con un supporto psicologico per affrontare al meglio lo stress; garantire tamponi periodici con risultati in tempi brevi e stanze dedicate alla svestizione e
sanificazione delle divise, oltre a strutture in cui ospitare i dipendenti che ne facessero richiesta per consentire il loro isolamento dalle famiglie. Piccoli ma fondamentali accorgimenti per aiutare questi lavoratori a operare con serenità”.

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