“Non abbiamo capito la gravità del problema crack a Palermo. Ci scusiamo con le famiglie, ma non pensavamo che ci fosse un’emergenza così importante nel territorio”. Così Giovanna Volo, assessore alla Salute della Regione Sicilia, intervenuta in conferenza stampa per la presentazione del progetto “Centro di pronta accoglienza per soggetti con dipendenza da sostanze. Emergenza crack”.

Una “casa” per aiutare

Ad essere annunciata la nascita di un nuovo centro di recupero per tossicodipendenti. “Quello che nascerà a Palermo – ha aggiunto la Volo – non sarà un piccolo ospedale. Sarà una struttura che farà accoglienza, sarà una casa, anche per aiutare i giovani assuntori a vivere il centro come se fosse una famiglia”.

I giovani under 19 tra i maggiori assuntori

Da tempo si parla del dilagare dello spaccio soprattutto di crack a Palermo. Il mese scorso se ne era parlato all’istituto comprensivo Sperone-Pertini di Palermo. A prendere la parola non solo dirigenti e assessori, ma anche la commissione regionale Antimafia, presieduta da Antonello Cracolici. Tutti insieme per discutere di un’emergenza particolarmente preoccupante tra i giovani sotto i 19 anni e che vede l’Italia ai primi posti in Europa per consumo di cocaina, eroina e soprattutto cannabis.

Il progetto, presentato oggi a Palazzo d’Orléans, è stato finanziato con poco più di 2 milioni di euro per due anni. Per metà con risorse dell’area Salute mentale del Piano sanitario nazionale 2022, messe a disposizione dall’assessorato regionale della Salute e per la restante parte dall’Asp del capoluogo siciliano.

“Un’iniziativa pioneristica – afferma il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani – che per la prima volta vede la luce in Sicilia e con un finanziamento interamente disposto con fondi pubblici. È il segnale concreto dell’impegno che il mio governo sta mettendo in campo per fronteggiare un fenomeno sociale devastante che purtroppo colpisce soprattutto le fasce giovanili, specialmente delle aree metropolitane. Siamo molto orgogliosi di questa iniziativa che seguiremo da vicino e che, a regime, porterà aventi anche azioni di reinserimento sociale”.

Dove nascerà il centro

Il centro, di 700 metri quadri, sorgerà all’interno del padiglione 13 della sede dell’Asp di via La Loggia a Palermo e disporrà di 12 posti letto, che potranno anche essere aumentati secondo le necessità, per accogliere quei soggetti in particolare condizione di fragilità e a rischio di vita a causa dell’utilizzo massivo di sostanze psicoattive fino a un mese, eventualmente prorogabile. Attualmente, sono in corso i lavori di ristrutturazione, con cantieri attivi su tre turni e in stretta collaborazione con la Soprintendenza dei Beni culturali di Palermo poiché interessano un edificio storico vincolato. Si sta procedendo anche al reperimento del personale: medici, psicologi, terapisti della riabilitazione, assistenti sociali, infermieri, operatori socio-sanitari e collaboratori amministrativi. L’impegno è quello di far partire le attività entro la fine del 2023 o, al massimo, entro i primi giorni del 2024.

Assistenza immediata

“Un centro come quello che abbiamo immaginato – aggiunge l’assessore Volo – ci consente di rispondere alla necessità di dare assistenza immediata a quei soggetti in difficoltà che spesso si ritrovano ad avere contatti col sistema sanitario solo nell’area dell’emergenza-urgenza, ovvero quando a volte è già troppo tardi. Attraverso il Centro di pronta accoglienza, quindi, trattiamo l’evento critico e facilitiamo la presa in carico presso i servizi dedicati alla cura delle dipendenze previsti dai Lea, come i SerT e le comunità terapeutiche”.

Presente in conferenza stampa anche Francesco Zavatteri, farmacista che ha perso il figlio diciannovenne, Giulio, proprio a causa di un’overdose di crack. “Abbiamo ascoltato il grido di dolore dei genitori dei ragazzi in difficoltà per la dipendenza da droghe, ho incontrato, d’intesa con il presidente Schifani, l’Asp di Palermo – dice il dirigente generale del dipartimento di Pianificazione strategica Salvatore Iacolino – e insieme abbiamo individuato un percorso di collaborazione per la realizzazione del progetto, a difesa della vita di chi combatte il dramma della dipendenza”.

Influisce il disagio sociale

“Il disagio sociale che induce sempre più giovani a fare uso di sostanze stupefacenti – sottolinea il commissario straordinario dell’azienda sanitaria provinciale di Palermo Daniela Faraoni – ferisce la società civile e le organizzazioni preposte alla tutela della salute. L’Asp non poteva rimanere inerme, soprattutto, a fronte della richiesta accorata della presidenza della Regione che, giustamente, ha affermato il principio di improcrastinabilità nell’adozione di misure che possano essere di sostegno, non solo ai diretti interessati. Ma anche alle famiglie che in momenti di particolare difficoltà non hanno trovato, finora, un centro al quale potersi rivolgere e che abbia tutte le professionalità necessarie ad ‘abbracciare’ e accogliere il giovane nei momenti più critici, tutelandolo ed avviandolo ai percorsi dedicati”.

Si tratta di un progetto pilota della Regione Siciliana di particolare importanza che sarà monitorato costantemente, anche in considerazione dei vari fattori culturali e socio-economici che possono avere un impatto sulla popolazione di riferimento, con l’obiettivo di farne, a regime e dopo il biennio sperimentale, un’attività istituzionale.

Il recente blitz

Nelle scorse settimane ci fu l’ennesimo blitz antidroga delle forze dell’ordine proprio a Palermo che ha portato a 15 arresti e a una trentina di indagati attivi su tre piazze di spaccio dello Sperone, in alcuni casi proprio vicino alle scuole. Sempre più diffuso il crack, anche perché costa poco, è stato sottolineato. Ottenuta tramite processi chimici dalla cocaina, la sostanza viene assunta inalando il fumo. L’effetto dura poco e questo fa si che si insinui la dipendenza, con conseguenze molto gravi. Nel vissuto del consumatore di crack si assiste ad una generale mancanza di controllo degli impulsi, e alla seria incapacità di mantenere la coscienza critica di sé. La situazione è grave perché è anche un affare di Cosa nostra che, attraverso l’invasione delle piazze con ogni genere di sostanza, si arricchisce diventando sempre più potente.

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