Emergenza rifiuti in Sicilia. E’ di oggi la notizia dell’inserimento della discarica palermitana di Bellolampo tra i 30 nuovi casi di grave danno ambientale allo studio dell’Ispra.
Eppure nell’Isola ormai da tempo di parla della possibilità di dotarsi di termovalorizzatori. Un progetto ritornato in auge con l’inserimento di questi impianti nel piano rifiuti della Regione.
Come scrive Repubblica Palermo, il governo regionale ha accolto le norme del decreto Sblocca Italia del governo Renzi che prevede “almeno due inceneritori nell’isola”. L’inserimento arriva a risposta delle osservazioni di qualche mese fa dei tecnici del ministero dell’Ambiente relative alla gestione dei rifiuti in Sicilia. Il piano deve essere approvato a Roma.
Contrariamente a quanto previsto proprio dal decreto Sblocca Italia, nel piano i termovalorizzatori non erano stati inseriti, da qui la ‘tirata di orecchie’ da Roma alla Sicilia.
Una situazione che aveva suscitato aspri dibattiti e polemiche, con i 5 stelle che chiedevano al ministro dell’Ambiente una ispezione per scongiurare, come desiderava il governo gialloverde, la costruzione di simili impianti in Sicilia.
Rimane però tutto fermo, le osservazioni non sono mai state ritirate e non è ancora stato varato un decreto legge che potrebbe correggere lo Sblocca Italia. L’ultima parola spetta adesso al ministero dell’Ambiente ma nel frattempo la Sicilia apre alla possibilità della realizzazione di questi impianti.
Sulla vicenda interviene Legambiente Sicilia, con un commento del presidente dell’associazione, Gianfranco Zanna.
“Siamo alle comiche. Verrebbe da ridere ma, purtroppo, – dice Zanna – c’è solo da piangere per questo balletto. La Sicilia, lo ribadiamo per l’ennesima volta, non ha bisogno di bruciare i rifiuti se tutti i comuni fanno la raccolta differenziata. Gli inceneritori sono costosi, inutili e ci vorrebbero 10 anni per averli in funzione. Tra molto meno tempo, 2/3 anni la raccolta differenziata nell’isola potrebbe, anzi dovrebbe, avere una percentuale cosi alta da renderli inutili. Non li vuole più neppure l’Europa, che dal 2030 comincerà a farli chiudere”.
E ancora: “Allora resta il fatto che il Ministero dell’Ambiente e il Governo nazionale si devono adeguare modificando il decreto “Slocca Italia “, cancellando la previsione di realizzare due inceneritori in Sicilia, così come si era impegnato il Ministro Costa. Ed il Governo regionale deve evitare queste scene patetiche, la smetta di fare l’ennesimo balletto sui rifiuti, cancelli qualsiasi riferimento sugli inceneritori nel Piano regionale e si metta a progettare ed a programmare gli impianti per gestire correttamente e in modo virtuoso i nostri rifiuti, la cui carenza è la vera emergenza in Sicilia”.
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