• Governo Draghi, l’altolà di Sicindustria che chiede un necessario cambio di passo
  • Le priorità: modificare approccio imprese e lavoratori
  • Il pressing per il varo del decreto Ristori 5

Governo Draghi, il pressing di Sicindustria “Si cambi passo e metodo”

“Non siamo più disponibili ad alcuna collaborazione con lo Stato se non si modifica radicalmente l’approccio nei confronti di imprese e lavoratori. Il governo Draghi cambi passo e metodo”.

Ad affermarlo il Consiglio di presidenza di Sicindustria, che spiega: “Oggi le nostre imprese dovranno versare i contributi previdenziali in misura piena per l’incapacità delle istituzioni di dare seguito a un provvedimento del dicembre 2020, che prevedeva la decontribuzione al 30%. E questo non è ammissibile – prosegue -. Così come non lo è il fatto che, a distanza di un anno dal primo lockdown, oggi alcuni componenti del Cts, che rivestono un ruolo consultivo, sostituiscano chi ha la responsabilità di governo con dichiarazioni che hanno la sola finalità di incrementare il clima di incertezza e di paura nella popolazione. Precisiamo ulteriormente che le istituzioni di governo non hanno più scelta: o assumono nell’immediato comportamenti improntati alla serietà richiesta dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e di correttezza e lealtà nei confronti di imprese e lavoratori o, in caso contrario, non perdano tempo a chiedere la nostra collaborazione per risollevare le sorti del Paese. Il governo vari entro venerdì il decreto Ristori 5 e, entro fine mese, ristori effettivamente le imprese. In assenza di precise e tempestive misure a sostegno delle imprese, non vi sarà più alcuna disponibilità a collaborare”.

La Sicilia e la rappresentanza all’interno del Governo Draghi

Mentre in Sicilia impazza il toto nomine e parte l’altalena del chi sale e chi scende nelle possibilità di essere nominato, la maggioranza neo costituita frena tutto e tutti.

Al momento è impossibile fare i conti su quanti posti spettano a ciascun partito della nuova maggioranza allargata. Per fare la divisione la nuova coalizione trasversale di governo ha deciso, appena qualche ora fa, che prima bisogna passare dalle Camere e solo dopo procedere con i numeri. In pratica il criterio è abbastanza stringente: vice ministri e sottosegretari saranno assegnati in base ai voti che ciascun partito darà al governo Draghi. Insomma più voti di fiducia uguale più posti; maggior dissenso e proteste, meno posti.