Un tavolo congiunto composto dai rappresentanti del governo nazionale e di quello regionale per arrivare a superare gli ostacoli che hanno fatto arenare la stabilizzazione del personale Asu in Sicilia. In cabina di regia la prefettura di Palermo per poter far dialogare le parti e trovare la possibile soluzione tecnico-legislativa. Questo in sintesi il risultato dell’incontro avuto in prefettura tra il capo di gabinetto dell’ufficio territoriale del governo e le sigle sindacali di Ugl, Cobas-Codir, Confintesa e Usb. Un confronto che era stato sollecitato dalle stesse organizzazioni di categoria proprio per effetto di quanto accaduto, con l’ultima legge finanziaria approvata dalla Regione, in cui era contenuta la norma di stabilizzazione del personale precario appartenente al bacino degli Asu e che è stata impugnata dal presidente del Consiglio dei ministri.
Soddisfatti dopo l’incontro in prefettura
Le quattro sigle di categoria si dicono soddisfatte dopo l’incontro avuto con il capo di gabinetto della prefettura: “Abbiamo percepito, con soddisfazione, – scrivono in una nota Vito Sardo, Mario Mingrino e Rosolino Lucchese di Ugl, Michele D’Amico del Cobas-Codir, Rosario Greco di Confintesa e Sandro Cardinale dell’Usb – la volontà degli uffici prefettizi di valutare, per quanto di propria competenza, l’opportunità di potere fare da tramite fra le parti in conflittualità per favorire l’immediata costituzione di un ‘tavolo congiunto’, composto dai rappresentanti del governo centrale e del governo regionale, che previo accordi bilaterali possa superare gli ostacoli posti nei rilievi evidenziati nell’impugnativa affinchè perda la propria efficacia il motivo del contendere, che diversamente potrebbe portare la Regione a resistere di fronte alla Corte Costituzionale ed inevitabilmente ad attendere l’esito della pronunzia con la definitiva Sentenza nel merito della querelle”.
L’importanza di questi lavoratori
Le organizzazioni di categoria hanno evidenziato l’importanza di questi quasi 5 mila lavoratori, impegnati quasi nella loro totalità in enti pubblici quali ospedali, assessorati regionali, enti locali, scuole e Comuni. “Anche in considerazione dei naturali pensionamenti del personale di ruolo avvenuti nell’ultimo ventennio in tutte le pubbliche amministrazioni – sostengono Ugl, Cobas-Codir, Confintesa e Usb -, questi lavoratori permettono agli enti utilizzatori di garantire almeno i servizi essenziali a favore della collettività isolana”.
L’oggetto del contendere
L’attuale diatriba fra i governi deriva, principalmente, dalla mancata possibilità di prevedere, ex lege, da parte della Regione la necessaria “storicizzazione della spesa”, poiché il decreto legislativo n° 118/2011 contempla una “proiezione legislativa della spesa programmata e finanziabile” nel limite massimo di un triennio, nonché dalla mancata possibilità della stessa Regione di predisporre deroghe alle capacità assunzionali degli enti locali, in quanto esclusiva competenza dello Stato. “Ma quel che ci chiediamo – è la retorica domanda posta dalle sigle – è se tale concetto vale per tutte le Regioni d’Italia. Per nostra forma mentis, la risposta è, ovviamente , sì! Riteniamo, pertanto disparità di trattamento, a discapito dei lavoratori Asu della Regione Siciliana, il benestare dello Stato alla stabilizzazione dei lavoratori Asu di altre Regioni ed il non consentirne la stabilizzazione di quelli siciliani”. Secondo i sempre le organizzazioni di categoria nella Regione Siciliana esiste un precedente, ancorato alla legge regionale n° 27/2016, con la quale si è proceduto alla “stabilizzazione a tempo indeterminato del personale contrattista” dell’epoca, la cui etimologia giuridica è la medesima dei lavoratori Asu.
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