Guerra ucraina e profughi. E’ grande fugga dalle città grandi e medie e non soltanto verso i paesi confinanti.

La fuga dalla guerra

In autobus, in treno, in auto. Molto spesso a piedi per chilometri e chilometri infagottati contro il freddo, con i bambini più piccoli in braccio e lo sguardo impaurito, trascinandosi dietro quel poco che si è riusciti a prendere prima di scappare. La grande fuga dalla guerra è un fiume in piena che non si ferma, come le bombe russe
sull’Ucraina.

Mezzo milione i primi profughi

500mila sono i profughi che hanno già attraversato il confine, secondo le stime dell’Agenzia delle Nazioni Unite
per i rifugiati (Unhcr), in Polonia soprattutto, e poi in Ungheria, Moldavia, Romania, Slovacchia. Un ritmo di centomila passaggi al giorno che, se le operazioni belliche non si fermeranno e anzi dovessero intensificarsi, andrà ad aumentare e assumerà proporzioni fino  ad una settimana fa neanche immaginabili, riversando in Europa tra i 3 e i 7 milioni di persone, in maggioranza donne e bambini.

Attesi sette milioni di profughi

“Ci troviamo di fronte a quella che potrebbe facilmente diventare la peggiore crisi umanitaria e dei rifugiati in Europa negli ultimi decenni – dice non a caso il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres nel suo intervento nella riunione d’emergenza dall’Assemblea generale – Stiamo lavorando 24 ore su 24, sette giorni su sette – aggiunge – per valutare i bisogni umanitari e aumentare la fornitura di aiuti salvavita a molte più persone alla disperata ricerca di protezione e riparo”.

Aiuti europei

Aiuto che l’Europa ha già garantito. Un passaggio sostanziale ci sara’ giovedì a Bruxelles con la nuova riunione dei ministri dell’Interno dell’Unione nella quale verrà dato il via libera all’applicazione della direttiva sulla protezione temporanea dei migranti. In sostanza, un visto temporaneo di un anno che renderà a tutti gli effetti gli ucraini in fuga dalla guerra soggiornanti regolari nell’Unione europea. La direttiva non contempla quote obbligatorie per i vari paesi e introduce un sistema di distribuzione su base volontaria: saranno i profughi a scegliere in quale paese andare e potranno lavorare, avere l’assistenza sanitaria, frequentare scuole e corsi di formazione. Su questo fronte l’Italia, ha già detto il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, ‘non farà mancare il suo impegno”.

Tendopoli italiane in Polonia

Dopo la decisione già presa venerdì di mettere a disposizione nell’ambito del meccanismo di protezione civile europeo 200 tende con mille posti letto – che andranno in Polonia dove si stanno allestendo i campi per i rifugiati – il Consiglio dei ministri ha infatti dichiarato lo stato d’emergenza fino al 31 dicembre proprio per l’assistenza ai profughi e aumentato di 10 milioni la dotazione del Fondo per le emergenze.

Il governo, inoltre, ha dato il via libera all’incremento di 13mila posti nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e di altri 3mila nel Sistema di accoglienza e integrazione (Sai).

La comunità ucraina presente in Italia

La comunità ucraina in Italia è composta da circa 250mila persone, nella stragrande maggioranza perfettamente integrate e con un lavoro, molte delle quali hanno lasciato i familiari nel loro paese d’origine. E’ ipotizzabile dunque che i primi ad arrivare in Italia saranno i parenti di chi già vive nel nostro paese.

Settemila ucraini in Sicilia

In Sicilia vivono da regolari settemila cittadini ucraini, di questi oltre 1800 sono censiti a Palermo e provincia. una comunità consistente si trova nel messinese

Musumeci: “Sicilia pronta a ospitare i profughi”

“La Sicilia, culla di accoglienza e integrazione, con la generosità di sempre, è pronta a ospitare i profughi ucraini costretti a lasciare ogni cosa per fuggire dal conflitto in corso ai confini dell’Europa. Coopereremo con le nove prefetture dell’Isola per fornire collaborazione e coordinare gli aspetti logistici, assieme alla Protezione civile regionale, per la distribuzione di farmaci e di ogni genere di prima necessità e perché i profughi possano avere tutta l’assistenza di cui necessitano. Con l’auspicio che, al più presto, quanto sta accadendo in Ucraina abbia soluzione positiva e pacifica”. Lo dice il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.

Comuni in prima linea

Molti Enti locali dell’Isola si sono resi disponibili a predisporre tutti mezzi necessari all’accoglienza di uomini, donne e bambini che in queste ore stanno fuggendo dalla guerra e dalla violenza in Ucraina e sono pronti a raccogliere e a coordinare eventuali disponibilità di privati cittadini e associazioni locali in considerazione della escalation in atto delle operazioni belliche.

“Siamo pronti a cooperare con la Farnesina e con l’ambasciata Ucraina per fornire tutto il sostegno possibile ad una popolazione colpita al cuore che fugge dalla violenza e dalla morte – ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia  – facciamo appello a tutte le forze sane delle nostre comunità affinché si mobilitino per assicurare asilo e accoglienza a chi fugge da una inimmaginabile barbarie”.

Trasformare ex base nato Sicilia in centro accoglienza

Tra le tante, la proposta di ospitare profughi nella ex base Nato di Comiso. In queste ore si è fatto appello alla sindaca per mettere a disposizione degli ucraini le villette dell’ex base Nato per garantire ospitalità come fu fatto per i profughi provenienti dal Kosovo. È Salvo Liuzzo che ha avviato la mobilitazione. “Non possiamo fare finta di niente – dice – la guerra in Ucraina è sotto casa e dobbiamo muoverci. Certo, c’è bisogno, prima di ogni altra cosa, di rimettere in sesto le villette, renderle pienamente abitabili ma se c’è la volontà politica si può fare. Tra l’altro possiamo contare su una pista aerea, quella del Pio La Torre, perfettamente funzionante e quindi, con un ponte aereo, si potrebbe garantire ospitalità ai profughi ucraini in men che non si dice”. il senatore Favide Faraone ha chiesto al governo di attivarsi.

 

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