Dopo aver annunciato dalle pagine di BlogSicilia che bilancio, Finanziaria e dunque Legge di Stabilità della Regione siciliana non saranno approvati entro fine anno (cosa poi confermata da governo che parla di approvazione entro il 10 gennaio) ma senza ricorrere all’esercizio provvisorio (ecco cosa c’è nella Legge di stabilità) e dopo aver lanciato, sempre dalle pagine di questo giornale, la sua ricetta per far funzionare l’amministrazione che passa da un concorso per mille laureati, Gianfranco Miccichè lancia la sua idea per la rinascita dei moderati contro tutti i populismi per superare anche Forza Italia, il Pd, l’Udc e tutti i partiti che ormai ‘non esistono più’ perché il mondo è cambiato. Una idea lanciata in occasione degli auguri di Natale ma anche questa anticipata a BlogSicilia che prende corpo in una formula immaginata da Miccichè
Ecco la terza parte della lunga intervista rilasciata dal Presidente dell’Ars proprio a BlogSicilia.
Presidente parliamo di politica. Lei è stato più volte critico con Salvini e con la Lega. Eppure la Lega dovrebbe essere un alleato di Forza Italia formalmente. Partito di cui lei è commissario in Sicilia. Come si sposano queste posizioni?
“Parliamoci chiaramente e senza mezzi termini. La Lega formalmente è un alleato di Forza Italia ma un alleato politico col quale abbiamo difficoltà di dialogo sui temi. Se Berlusconi dice che sono alleati io mi fido perché Berlusconi è l’unico che può ancora tenere insieme una parte essenziale dei moderati. Ma la Lega non è più quella di una volta. Questo partito di Salvini non ha nulla a che vedere con quello di Bossi, Calderoli, Maroni. Non c’entrano più niente. Oggi è un partito populista e spero non arrivi ad essere anche razzista. Io non contesto la politica in generale di Salvini, contesto il suo atteggiamento nei confronti dell’integrazione: questo sì. E lo contesto gridando il mio dissenso non parlandone semplicemente, proprio gridando. Faccio fatica a immaginarli nostri alleati sulle idee di politica, di Paese”.
Uno dei grandi temi di matrice leghista è sempre stato il Federalismo fiscale. Ora che la Lega è al governo che fine ha fatto ?
“Ecco vede ha centrato uno dei punti essenziali: il federalismo fiscale è un tema che ci troverebbe alleati ma non se ne parla più. Si parla, invece, di reddito di cittadinanza che nulla ha a che vedere con le politiche per il Paese. Si parla della distruzione dei conti dello Stato per fare una cosa che non serve e che è e resta solo una marchetta elettorale, una promessa fatta prima delle elezioni che non può essere mantenuta. Alla fine non lo faranno o lo faranno in misura ridottissima perché i soldi non ci sono e non si possono trovare. E’ inutile continuare su questa strada, al 2,4% di debito non ci si può andare e nemmeno al 2.04%. E’ inutile che fanno finta di tenere duro e poi in Europa fanno queste magre figure. La gente spero che lo stia capendo. Il reddito di cittadinanza è una bufala. Pensate che Renzi non riuscì a dare gli 80 euro e poi dovette chiederli indietro a tanti. Ora loro parlano di 800. E’ una bufala”.
Ma lei crede ancora nel federalismo fiscale. Se si attuasse oggi converrebbe ancora alla Sicilia?
“Credo di sì. Se si applicassero le regole giuste penso proprio di sì”
Ma se la Lega non è più quella di prima ed è un partito populista. I centristi sono semi spariti, Forza Italia, diciamo la verità non è in gran forma, i moderati che fine hanno fatto?
“Ci sono ancora e sono ancora maggioranza nel Paese ma non sanno come andare avanti. Non hanno un punto di riferimento politico, questo sì. Ma torneranno anche se al momento non si vedono. Prima non si vedevano i populisti che in questo Paese ci sono sempre stati e ora si vedono. Date il tempo alla gente di rendersi conto e vedrete che spariranno i populisti e torneranno i moderati. Attualmente si vedono i populisti perché sono quelli giusti per assecondare la gente nella protesta. Ma quella stessa gente che protesta appena tirerà i conti e vedrà che dalla protesta non sono capaci di passare ai fatti si chiederà: E ora?”
Ma cosa devono fare i moderati per ‘ricomparire’? Nelle scorse settimane abbiamo anche assistito ad un appello dei Vescovi alla ricerca di moderati laici di ispirazione cattolica. Ma è ancora possibile oggi una riorganizzazione dei moderati o il Paese è cambiato completamente?
“I moderati hanno l’obbligo di riunirsi. Il paese è cambiato certamente e bisogna abbattere alcuni schieramenti. Io e Maria Falcone oggi siamo uguali. Io e Leoluca Orlando ragioniamo nella medesima maniera. Sono caduti alcuni steccati. Che cosa era che ci distingueva enormemente? Era il tema della giustizia. Ci distingueva solo quello. Il problema della giustizia oggi non è più attuale o quantomeno non è più divisivo fra di noi come lo era allora. Visto che c’è una emergenza, dunque, mettiamo da parte quel che ci divideva un tempo. Non c’è più motivo di essere divisi. I partiti non ci sono più. Dov’è Forza Italia? Dov’è il Pd? E’ il momento di rimettere insieme il mondo dei moderati al di là di questi schieramenti ormai superati”.
Se questa è l’idea allora forse il modello può essere, ancora una volta il’modello Sicilia’. C’è un governo che ha ottenuto il 40% alle elezioni. Bisogna ripartire da Musumeci per esportare il sistema al Paese?
“Il governo della Regione vale fra il 40 e il 50% in questa isola perché rispetto a quando siamo stati eletti io percepisco una crescita dell’apprezzamento. Questo significa che da soli siamo il 5% nazionale. Il governo della Regione da solo e con i soli voti siciliani è già un partito nazionale. Il mio obiettivo è metterli insieme. E non voglio nulla per me, non voglio far nulla io. Io non vedo l’ora di andarmene in campagna, non voglio altri ruoli dopo quello che sto ricoprendo”.
Miccichè si vede un po’ come un moderno Cincinnato allora?
“No. Io credo di essere stato enormemente premiato con il ruolo di Presidente dell’Assemblea. Non posso prendere il premio e scappare. Questo mi assegna anche doveri e responsabilità. Devo giocare la mia partita di responsabilità. Ho il dovere di provare a mettere insieme teste pensanti che abbiano lo stesso tipo di pensiero”.
Ma non tutti i moderati sono nel governo della Regione
“Non ha importanza, anzi. Allarghiamo il ragionamento. Se i moderati, tutti i moderati si mettessero insieme oggi sarebbero il 70% in Sicilia come ai tempi di Cuffaro. Partiamo da una base di questo governo che ha il 40%. Come partenza non è male. Iniziamo da qui e poi allarghiamo”.
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