Dopo il report sul primo anno di Governo targato Nello Musumeci, non mancano le reazioni dal mondo politico-istituzionale ma anche sindacale.

“Invece di dedicarsi a presentazioni alla stampa a mezzo slides sui sedicenti risultati raggiunti in un anno di governo, il Presidente Musumeci avrebbe fatto bene stamattina ad essere presente all’ARS per discutere su un disegno di legge di assestamento di bilancio che porta la sua firma e per confrontarsi con il parlamento siciliano sui suoi presunti traguardi” ha detto Claudio Fava intervenendo stamattina all’Assemblea Regionale Sicilia nel corso del dibattito d’Aula.

Fava ha sottolineato che “da Musumeci in questi mesi non abbiamo ricevuto atti compiuti, proposte di riforme o disegni di legge che avrebbero dovuto essere conseguenti agli annunci fatti all’atto del suo insediamento. Non c’è un aggiornamento sullo stato della spesa comunitaria che ci vede sempre ultimi in Europa e a serio rischio di dover restituire a Bruxelles cinque miliardi di Euro; non esiste alcun piano dei rifiuti e si continua ad affidare lo smaltimento ai soliti noti padroni delle discariche private; non abbiamo ricevuto un piano di dismissione dei tanti carrozzoni del sottogoverno regionale, mentre l’ARS si trova a dover discutere di nomine nei consigli d’amministrazione determinate secondo la più antica e dorotea pratica di sottogoverno fra amici e sodali di partito”

Nel merito dei provvedimenti inseriti nel disegno di legge, Fava – pur riconoscendo la necessità di alcune misure correttive introdotte dal disegno di legge, quali il ripristino dei finanziamenti per i cittadini con disabilità e l’aiuto agli Enti locali in dissesto – ha sottolineato come questi provvedimenti siano “solo un tampone”.
“Se parliamo di dissesto dei Comuni – ha detto il Presidente dell’Antimafia – non possiamo tacere il problema dei tagli sui trasferimenti regionali e nazionali chiamando in causa anche il governo di Roma”
Sui tagli, netto il giudizio di Fava: “Non possiamo non ribadire la nostra assoluta opposizione ai tagli per i centri antiviolenza, per il banco alimentare, per gli strumenti di contrasto sociale alla mafia. Togliere un milione e duecentomila euro al fondo antiestorsioni, alle associazioni antiracket e al fondo per le costituzioni di parte civile è un pessimo segnale per una Regione e un governo che a parole indicano nella lotta alle mafie la loro priorità”.

“Dietro le grafiche di Musumeci il nulla, e la prova del fallimento di questo governo è nella disastrosa variazione di bilancio, una sorta di manovra alla Robin Hood al contrario, che toglie agli ultimi per dare ai primi, che progetta perfino di aggredire il fondo per i disabili, e di azzerare il fondo per le povertà, finanziando enti inutili e marchette per i deputati della sua maggioranza”. Lo afferma il nuovo capogruppo del Movimento 5 stelle all’Ars, Francesco Cappello.

“Musumeci – dice Cappello – afferma che ha solo comunicato male? Può essere, di certo c’è che è veramente difficile comunicare il nulla”.

Il deputato 5stelle sottolinea anche la “vergognosa assenza” di Musumeci in aula.

“Come Crocetta – dice Cappello – Musumeci diserta, insieme alla sua maggioranza, l’aula per discutere con i giornalisti, invoca il senso di responsabilità del parlamento sulle variazioni di bilancio e poi si sottrae al dibattito d’aula sui tagli, e sulle storture della sua manovrina, che anche in questa circostanza è frutto di decisioni unilaterali e comprovano l’incapacità di questo governo, non solo di programmazione della spesa, ma anche della capacità della spesa stessa”.

Anche Giancarlo Cancelleri risponde a Musumeci.

“Mai parlato di poltrone, mai parlato di ribaltoni, di queste cose parlano i compagni di viaggio e di coalizione di Musumeci. Noi avevamo solo proposto un accordo sui progetti per la Sicilia, ma, evidentemente, salvare l’isola, che ha il pilota automatico puntato verso il baratro, a Musumeci non interessa. Ne prendiamo atto”.

“Il report del suo prima anno? Solo un’operazione di camouflage grafico per nascondere il disastro assoluto, ma, grafiche a parte, lo scempio è sotto gli occhi di tutti. Musumeci dice che questo per lui è stato l’anno più bello della sua vita? Peccato che questo ha coinciso con l’anno peggiore dei siciliani. E questo è tutt’altro che un caso”.

“Qualche giorno fa- conclude Cancelleri – il presidente si appellava al silenzio del dovere: fuori luogo, come sempre, perché i siciliani meritano risposte e meritano di vedere realmente cambiare le cose”.

Non sono di diverso tono le parole del segretario regionale della Uil Sicilia Claudio Barone: “Il governo Musumeci in un anno non ha risolto nessuno dei problemi e delle emergenze che attanagliano la nostra regione. Bilancio fallimentare e constatiamo che, suonata con i violini o con i tromboni, la musica non è comunque cambiata rispetto ai precedenti governi. Il confronto con questo sindacato è stato nei fatti inesistente e i lavoratori si trovano, ancora una volta, sommersi di annunci e promesse ma con un pugno di mosche in mano”

“Nella manovra non ci sono soldi per gli stipendi dei lavoratori delle ex Province e non. è accettabile che continui lo scaricabarile con il governo nazionale. Sul riassetto delle Partecipate è caos più totale e anche per i precari degli Enti locali nessuna stabilizzazione ma solo l’ennesima proroga a fronte di un’epidemia di dissesti che sta colpendo i comuni siciliani. La riforma della macchina amministrativa – continua Barone – non viene affrontata, non si parla più del rinnovo dei contratti e rimane l’incapacità di spendere i Fondi europei mentre la condizione delle nostre infrastrutture e la sicurezza del territorio sono al minimo storico. La telenovela della fusione Anas-Cas è giunta all’ennesima puntata e non se ne intravede la fine. Anche per le Zes, strumento importante per lo sviluppo, non si è deciso nulla. Centomila edili rimangono disoccupati e di fronte alla crisi dei Poli industriali c’è la più totale latitanza alla faccia della valorizzazione del lavoro produttivo e delle imprese. Il governo Musumeci sembra convinto che non facendo nulla non sbaglia, ma così la Sicilia muore. Prendiamo atto che non c’è nessuna volontà di aprire un confronto con il sindacato. Ne trarremo le debite conseguenze”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario regionale della Cgil Michele Pagliaro: “Il governo Musumeci ha presentato stamane tante slide per illustrare cosa ha realizzato in un anno ma non è riuscito a nascondere il sostanziale deserto di iniziative e risultati”. Questo il duro attacco di Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia che aggiunge: “Se Musumeci pensa che sfuggendo al confronto con i sindacati possa nascondere l’incapacità di affrontare emergenze e problemi sbaglia. Lo dimostrano i fatti: oggi per i siciliani non c’è nessun cambiamento rispetto ai disastri dei governi precedenti. Nella manovra – continua il leader della Cgil Sicilia – non ci sono soldi per gli stipendi dei lavoratori delle ex Province e non è accettabile che continui lo scaricabarile con il governo nazionale. Sul riassetto delle Partecipate è caos più totale e anche per i precari degli Enti locali nessuna stabilizzazione ma solo l’ennesima proroga a fronte di un’epidemia di dissesti che sta colpendo i comuni siciliani. La riforma della macchina amministrativa non viene affrontata, non si parla più del rinnovo dei contratti e rimane l’incapacità di spendere i Fondi europei mentre la condizione delle nostre infrastrutture e la sicurezza del territorio sono al minimo storico. Sui rifiuti si tenta di caricare tutto sui Comuni mentre si annuncia una legge di riforma che non sappiamo se vedrà mai la luce. Se il governo regionale continua a evitare il confronto con il sindacato le emergenze esploderanno in modo incontrollabile”.

Meno critici epiù aperti al dialogo i toni della Cisl Sicilia: “Le slide illustrate stamani a categorie produttive e stampa dal presidente della Regione Nello Musumeci, tracciano un percorso che, se portato a compimento, non mancherà di produrre effetti positivi, utili alla Sicilia. Non esitiamo a riconoscerlo per onestà. Così come non esitiamo a rimarcare che in quel percorso non mancano criticità, ritardi, strozzature. È a queste emergenze che, come sindacato, desideriamo porre rimedio, dando un contrinuto di proposte e indicando soluzioni. Ma per questo serve un confronto governo-parti sociali un po’ meno episodico e un po’ più sistematico di quanto avvenuto finora. Serve, pur nella distinzione dei ruoli, convenire assieme su tempi, modalità, interventi, risorse”. Insomma, “Musumeci apra le porte del Palazzo”. Per il sindacato guidato in Sicilia da Mimmo Milazzo, sono priorità su cui l’azione del governo deve concentrarsi: il riordino degli enti di area vasta, la strategia energetica e per i rifiuti, le Zone economiche speciali, la spesa dei fondi europeik e delle risorse del patto per il Sud; il welfare e le politiche socioassistenziali e per la disabilità. Ancora, l’istituzione di un’agenzia per la progettazione esecutiva e le politiche per le infrastrutture e la cosiddetta continuità territoriale. “Al presidente Musumeci – spiega Milazzo – chiediamo di tenere la barra dritta avendo costantemente al centro i servizi alla persona e alla comunità. E l’orizzonte dello sviluppo, della regione ultima in Italia secondo tutti gli indicatori. Ci convochi, avremo il piacere di sederci al tavolo e di confrontarci con lui e con il suo governo”.

C’è anche il commento del comparto agricolo attraverso Coldiretti: “Bene l’attività del governo Musumeci ma per il settore agricolo rimane ancora tanto da realizzare”. E’ quanto afferma il presidente regionale della Coldiretti, Francesco Ferreri.

“Abbiamo preso atto del grande impegno profuso in questi mesi che ha portato alla soluzione di gravi problemi primo tra tutti il pagamento del biologico che oggi è finalmente è arrivato alle imprese agricole ed è in fase di completamento – continua -. Anche lo sblocco dei bandi per gli investimenti dei giovani, che faceva parte della nostra piattaforma della manifestazione dello scorso 28 giugno, rappresenta un passo in avanti importantissimo nel processo di svecchiamento. In generale, vanno sottolineate positivamente tutte le attività di investimento nei vari comparti. C’è ancora da avviare la riforma dei consorzi di bonifica – conclude il presidente – e attuare azioni sulla valorizzazione e tracciabilità delle nostre produzioni, soprattutto quelle Dop. Su questo nei prossimi mesi ci aspettiamo un forte impegno”.