Podio all’americana, giornalisti relegati in una sala attigua collegati in video conferenza e un intero palazzo nobiliare per ospitare il mondo produttivo, della ricerca e dell’Università e quello politico, insomma tutti i primi della classe Sicilia.
E’ lo stile della presentazione dei dati del governo della regione ad un anno dall’insdiamneto. Non una conferenza stampa, tutt’altro. uno stile che relega la comunicazione in fondo alla classifica e sembra improntato alla disintermediazione.
Toni bassi, pochi annunci, atti concreti. E soprattutto niente “fuochi d’artificio”. È lo stile rivendicato dal presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, che ha presentato il bilancio del primo anno di governo in un incontro con il mondo accademico e della ricerca e con le categorie professionali e produttive.
“La drammaticità della situazione siciliana – ha detto il governatore – non poteva essere affidata ad atti irresponsabili o a effimeri fuochi d’artificio che provocano un godimento di qualche minuto ma poi diventano polvere. Preferiamo annunciare le cose fatte e non quelle da fare. Forse non abbiamo saputo comunicare ma credo che non sia un male. Negli ultimi – ha sottolineato – tempi la gente è stata ubriacata da titoli forti in prima pagina, rivoluzioni annunciate e promesse disattese”.
Accelerazione della spesa pubblica e tutela del territorio. Sono gli obiettivi più urgenti indicati dal presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, durante la presentazione dei risultati del suo primo anno di governo. L’attenzione alla spesa pubblica deve mettere al centro, ha detto, “l’interesse verso l’impresa come uno strumento in grado di determinare autentica ricchezza”. Tra gli altri obiettivi che si stanno perseguendo Musumeci ha indicato la riqualificazione della rete viaria, lo sviluppo dell’edilizia scolastica, la riqualificazione dei centri storici soprattutto “nelle zone dell’entroterra soggette a processi di desertificazione”.
Sul fronte dei rifiuti la Regione punta sulla differenziata con la raccolta che in un anno “è aumentata del cinquanta per cento” rispetto all’ultimo dato rilevato nel 2017 che ammontava al 22,7 per cento. Nel 2018 la differenziata ha raggiunto il 34 per cento.Oggi 1,7 milioni di siciliani fanno la raccolta differenziata, in 203 comuni con oltre il 50 per cento di differenziata. Nel 2016 erano “solo 96”. Sono state poi sbloccate le procedure per il piano amianto e concessi 200 mila euro per 13 comuni virtuosi. Stanziati, ancora, 11 milioni di euro, per 22 nuovi centri di raccolti comunale.
Sul fronte della riforma dei rifiuti nella nuova governance sono previsti i 27 ex Ato e le Srr vengono sostituite da 9 autorità d’ambito. Approvato anche il ‘piano stralcio’ e avviate le Vas (Valutazione ambientale strategica) per il nuovo Piano. Infine, sono stati nominati 87 commissari ad acta.
I nemici della Sicilia sono tre: la mafia, il tempo e la rassegnazione. Ma ci sono anche piaghe di lentezza che si chiamano Anas ed Rfi con i loro tempi di appalto ed esecuzione che frenano lo sviluppo delle infrastrutture
Sul fronte economico i conti sono in regola secondo il governatore che punta sulla rinegoziazione degli accordi con lo Stato. E’ stato creato il polo bancario per il imprese con Irfis e Mediocredito; accorpato Ircac e Crias ed erogati già 130 milioni. Pubblicato anche il bando per 170 milioni destinati alle aziende.
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