“Noi abbiamo trovato la macchina amministrativa regionale impatanata, ferma, con motore fuso e i copertoni sgonfi. Abbiamo dovuto farla ripartire dopo che era stata bloccata per cinque anni”. Queste le parole dell’assessore all’Economia e Vicepresidente della Regione Gaetano Armao, oggi nel giorno in cui la Giunta Musumeci ha presentato un bilancio di questo primo anno di Governo. Parole quelle dell’assessore che sono risposta all’indirizzo delle critiche che dopo il report sono piovute dal mondo politico e sindacale. L’assessore dice di voler parlare di dati e sul merito delle questioni e si concentra su queste intervistato da Blog Sicilia.

Questo report assessore ha ricevuto un feedback complessivamente negativo lei come risponde ai sindacati che oltre a denunciare l’ immobilismo della Giunta di cui lei fa parte chiedono anche un maggiore confronto?

“Io mi concentro sull’Economia, le critiche le rispetto ma io sono per entrare nel merito delle questioni. Le volte che ci siamo confrontati con i sindacati abbiamo ottenuto degli ottimi risultati, per esempio la concentrazione tra Crias Ircac, con una semplificazione organizzativa non irrilevante. Mettere in moto una macchina amministrativa impatanata non è stato per niente facile. Dire che non si poteva far di più significa non dire la verità. Si poteva e si può sempre cerchiamo di farlo. Abbiamo riaperto un negoziato con lo Stato, dopo anni di rinunce . Un negoziato che ora è in avanzato stato di definizione anche se non vi posso rivelare i contenuti. Abbiamo impugnato il bilancio dello Stato quando toglie 200 milioni alle province, abbiamo avviato la rinegoziazione del debito regionale. Il nostro lavoro è sotteraneo, spesso non percepibile da tutti ma si sono portate avanti misure che realizzano riequilibri economico finanziari, risparmi, ma anche risorse e investimenti per i prossimi anni. Faccio esempi concreti: gli ottanquattro milioni all’Irfis sono stati dati, l’aver concluso l’accordo con il Ministero per lo Sviluppo Economico da 120 milioni di euro per fondi garanzia dei Consorzi Fidi così da mobilitare un miliardo di credito. Le critiche sono giuste, il malessere c’è non lo vogliamo disconoscere ma non si aiuta una Regione ad uscire dal disastro dicendo che tutto va male. ‘Fare di tutta un’erba un fascio’ non serve a mettere in moto innovazione.

Le priorità del Governo alla luce di questo bilancio e guardando al futuro?

La priorita assoluta per il Governo è chiudere il negoziato con lo Stato: rivedere le nuove norme di attuazione in materia finanziaria e ottenere il pieno riconoscimento dell’insularità così da poter chiedere allo Stato di adottare delle misure in favore della Sicilia. I siciliani sono italiani di serie A e non di serie B. In questi anni per alcune debolezze della precedente gestione la Sicilia è stata sottoposta ad un salasso finanziario senza precedenti: un miliardo e trecentocinquanta milioni di contributo al risanamento della finanza pubblica, duecentottantacinque milioni  di versamenti sullo split payment in ultimo i duecento milioni delle province. Quasi un miliardo e ottocento milioni di euro che sono stati tolti al nostro bilancio già particolarmente ingessato. Cosa resta? La finanza locale non è competenza della Sicilia, la Regione fa la sua parte ma non può essere ritenuta l’unica responsabile.
Questa è la madre di tutte le battaglie, quella nei confronti dello Stato, non chiediamo niente di più e niente meno di quel che è un nostro diritto. Altra battaglia fondamentale è quella contro l’inerzia burocratica:abbiamo approvato un ddl che snellirà le procedure amministrative. Io ammiro il Presidente Musumeci perchè non ha mai detto di poter fare miracoli, siamo anni luce lontani da chi dice di volere abolire la povertà per legge. Non lo escludo che si poteva far di più ma ripeto noi abbiamo fatto tutto quel che potevamo. L’anno prossimo avremo risultati più consisistenti perchè la fase del decollo è già passata.

Andiamo al ddl sulle variazioni di bilancio, anche questo fonte di numerose polemiche

Il ddl sulle variazioni di bilancio non è una finanziaria come purtroppo qualche parlamentare vuole fare passare ma recupera risorse che non si possono spendere entro il 31 dicembre e le riassegna. Non abbiamo tolto niente a nessuno, per ottimizzare la spesa abbiamo assegnato  risorse per esempio per pagare stipendi che altrimenti non sarebbero stati pagati. Si tratta di interventi minimali. Quando si parla di misure da adottare in favore di un settore piuttosto che di un altro se ne dovrà riparlare in sede di discussione della legge di stabilità.

In cifre abbiamo fatto una piccola ‘manovra’ da cinquanta milioni su una spese corrente di 15 miliardi.  Sono stati suddivisi per i comuni in dissesto e le autonomie locali, il dissesto idrogeoloico. La provincia di Siracusa, che è in dissesto, riceve un finanziamento da due milioni, mentre le  altre potranno accedere al fondo dedicato di quaranta milioni di euro. Gli ex Pip ricevono 5, 5 milioni.

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