“Qua si rischia il caos”. E’ questa la reazione del Movimento 5 Stelle all’indomani della fuoriuscita di ben cinque deputati, ormai ex grillini, dal gruppo Ars del Movimento 5 Stelle, che hanno deciso di staccarsi, con tanto di polemiche, per creare il nuovo gruppo parlamentare “Attiva Sicilia”. Un addio che ha un peso non indifferente visto che il M5S perde in un sol colpo 5 pedine importanti, tra cui la vice presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana. Altro fatto è che il Movimento 5 Stelle perde in un battibaleno anche i due deputati che rappresentavano la provincia di Trapani. Oltre alle Foti, vanno via anche Matteo Mangiacavallo, Elena Pagana, Sergio Tancredi e Valentina Palmeri.

Tancredi e Palmeri lasciano così scoperta la provincia trapanese che si trova a non avere più una rappresentanza parlamentare pentastellata. I cinquestelle locali vedono, adesso, con preoccupazione quanto sta accadendo tra gli scranni dell’Ars e cercano di riparare una nave che sta iniziando a imbarcare acqua un po’ da tutte le parti. Un audio che circola in una chat del Movimento 5 Stelle della provincia di Trapani è eloquente e la dice lunga sulla crisi interna che il partito fondato da Grillo sta attraversando. “Chi non vuole firmare, lo consideriamo iscritto a questo nuovo partito e lo buttiamo fuori dalle chat e dalle nostre comunicazioni. Sennò il caos totale”.  Lo dice nella chat tramite una nota vocale un attivista che probabilmente ha un certo peso nel gruppo provinciale trapanese. L’intento è preparare un documento comune in cui ci si dovrebbe dichiarare ancora “fedeli” ai 5 Stelle.

“Qui c’è da fare una nota almeno noi della provincia che perdiamo rappresentanza all’Ars – dice l’interlocutore – ribadendo che gli altri livelli rimangono disponibili a coprire tutte le istanze del territorio, che con i consiglieri comunali e gli attivisti porteremo avanti tutto. A livello regionale faremo sponda con il gruppo che rimane intatto”.

L’obiettivo è restare coesi secondo chi parla, altrimenti si rischia il caos. “Dobbiamo comunque prendere le distanze in maniera molto secca nei confronti di questa loro scelta, del fatto che hanno presentato un nuovo gruppo e ribadire che abbiamo fatto una riunione martedì per cercare di mediare con tutti gli attivisti e loro non ci hanno detto assolutamente niente, dimostrandosi estremamente scorretti. Questa cosa la dobbiamo fare sennò finisce nel caos”. Chi parla invoca unione per evitare il tracollo del movimento a livello provinciale. “Il documento lo facciamo firmare a tutti i consiglieri comunali della provincia, agli attivisti, ai Meetup. Insomma bisogna metterci la faccia”.