L’Assemblea regionale siciliana, ieri sera, ha approvato il cosiddetto “collegato” alla Finanziaria. Il via libera dell’Aula è arrivato con 32 voti favorevoli. “Contiene provvedimenti come la riforma degli appalti, la disponibilità anticipata di un ulteriore sostegno finanziario alle ex Province da destinare a investimenti su strade e scuole, il via libera alla realizzazione del centro direzionale della Regione a Palermo e la ricognizione del patrimonio immobiliare di Asp e ospedali e tanto altro.

Ma a balzare subito agli occhi, da un punto di vista prettamente politico, è il voto, compatto, con il quale è stato approvato. Una maggioranza coesa che non si era mai vista fino ad ora in un anno e mezzo di legislatura. E non solo. Spicca il voto compatto di Forza Italia, il partito di questa maggioranza, che più si è mostrato litigioso al suo interno, che ha perso per strada 3 deputati su 14 e soprattutto che ha litigato in maniera anche vibrata e pubblica soprattutto nella fase di campagna elettorale per le europee ma anche un po’ prima e molto dopo.

Stavolta, invece, non solo ha votato compatto, ma ha anche detto sì al pomo della discordia principe in casa azzurra: l’accordo con lo stato sulle ex Province. Mentre il presidente della Regione Nello Musumeci e il suo vice presidente della Regione Gaetano Armao continuavano ad urlare che non è un accordo risolutivo ma comunque il miglior patto che si poteva ottenere allo stato delle cose, nello scontro interno a Forza Italia (o meglio la guerra di una parte azzurra ad Armao) veniva bollato assolutamente come un accordo insufficiente se non negativo.

Adesso, invece, è passato senza liti, senza distinguo, senza notazioni anche se insieme a diverse altre cose.

Qualcosa in realtà in Forza Italia è cambiata. Come detto i deputati ora sono 11 non più 14 ma comunque una importante pattuglia nella maggioranza. E’ cambiato anche il capogruppo con l’insediamento a Bruxelles di Giuseppe Milazzo e l’avvicendamento con Tommaso Calderone che sulla carta degli equilibri interni agli azzurri nulla (o quasi) dovrebbe modificare.

Onorevole Calderone, qualcosa però è cambiato in Sicilia. Quale lettura politica dare a questo voto

“Semplicemente quella di una maggioranza coesa che finalmente vota compatta dopo un dibattito in aula civile. Ho assistito ad una giusta dialettica fra maggioranza e opposizione e all’interno della stessa maggioranza che ha portato a modificare alcune cose, a toglierne altre e ad approvarne parecchie. Non è più tempo di liti e divisioni. C’è tanto da fare e Forza Italia vuole essere un tassello importante di questa maggioranza ma al tempo stesso leale e costruttivo. Ieri sera abbiamo dato il via a questa fase. Non voglio occuparmi del passato ma solo del futuro”.

Però converrà che oggettivamente questa virata politicamente sorprende?

“Nessuna sorpresa. Ci sono talmente tante cose da fare che dividersi su una sola vicenda non ha alcun senso. Il governo ha delle idee e delle proposte. Sta lavorando. Il Parlamento ha l’obbligo di discutere quelle idee e quelle proposte, migliorarle se può, avanzare le proprie idee e proposte. Questo deve essere il percorso. Non mi piace la politica urlata, quella degli scontri. io intendo dare una linea precisa al gruppo che sono stato chiamato a guidare: parlare poco e lavorare molto in senso costruttivo”

Un po’ come il Presidente Musumeci

“Direi che occorre fare come è giusto che sia nell’interesse della Sicilia. Sembra una frase fatta ma ci credo davvero. Nei primi giorni ha già insediato all’interno del gruppo di Forza Italia un gruppo di lavoro che dovrà occuparsi di disegni di legge, proposte e progetti, un altro che dovrà lavorare su interrogazioni e interpellanze per risolvere i problemi spicci del territorio. Insomma dobbiamo ascoltare la Sicilia e lavorare per migliorarla. E’ questo che da parlamentari siamo chiamati a fare e non certo a crogiolarsi del titolo di onorevole che ormai, a dire il vero, non sembra più tanto onorevole”.

Un cambio di rotta, dunque, anche se Calderone non lo dice, al contrario non vuole parlare di chi lo ha preceduto o di quel che è stato ma solo  di quel che sarà

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