Sono davvero scoraggiati e si sentono nuovamente “presi in giro” i 6mila tirocinanti siciliani dell’Avviso 22 della Formazione professionale che si è rivelato essere un vero e proprio pasticcio.
Dopo aver concluso il loro percorso nelle aziende ed enti ai quali erano stati destinati, sono ancora in attesa del pagamento delle somme che gli spettano da parte della Regione siciliana.
La storia del controverso Avviso 22, del quale vi abbiamo parlato più volte, è abbastanza complicata.
Sta di fatto che tutto è rimasto intrappolato nelle pastoie della burocrazia.
L’avviso 22 – relativo ai tirocini extracurriculari – è finanziato dal Fondo sociale europeo e prevede un corso formativo per chi ha redditi bassi. Tre le fasce di riferimento: under 35, fino a 65 anni e disabili. In campo circa 25 milioni di euro per percorsi formativi dai quattro ai sei mesi. Fino a dodici mesi per soggetti disabili e svantaggiati. Buona parte dei tirocinanti hanno già concluso la loro esperienza, iniziata a settembre 2019, ma di soldi ne hanno visti ben pochi. Tanto che all’Ars sono scattate una mozione ed una interrogazione ma ancora sembrerebbe essere tutto fermo.
Il 25 novembre, l’assessorato regionale alla Famiglia, Politiche sociali e Lavoro, ha diramato una circolare avente ad oggetto “Snellimento procedura tirocini extracurriculari”. La cosa ha preoccupato non poco i tirocinanti.
La circolare dice che “con direttiva prot. n°49210 del 20/11/2020 sono state fornite indicazioni ai Centri per l’Impiego al fine di snellire le procedure relative all’Avviso 22/2018 – tirocini extracurriculari.
A tal proposito si segnala che a far data dalla direttiva in parola i Centri per l’Impiego verificheranno, con maggiore dettaglio, la documentazione a corredo delle domande di rimborso, prima della trasmissione al Servizio Monitoraggio e Controllo. Qualora la documentazione prodotta dovesse risultare incompleta, i Centri per l’Impiego richiederanno le necessarie integrazioni ai Soggetti Promotori, dando il termine perentorio di giorni 7 per provvedere alle necessarie integrazioni.
Nel caso in cui il Soggetto Promotore non dovesse sanare la documentazione con quanto richiesto entro il termine sopra evidenziato, si procederà al taglio parziale o totale dell’indennità del tirocinante ed il Centro per l’Impiego segnalerà, nella check list di controllo, l’inadempienza a carico del Soggetto Promotore fornendo al Servizio Monitoraggio e Controllo le motivazioni per il taglio del contributo al Soggetto Promotore, di cui agli articoli 10 e 12 dell’Avviso 22/2018″.
In poche parole, i tirocinanti rischiano, in caso di mancata integrazione documentale da parte degli enti di formazione, di non ricevere alcunché.
Oreste Lauria, portavoce dei tirocinanti dell’Avviso 22, commenta con amarezza e si chiede: “Con quali tempi e quali modalità verrà comunicato agli enti promotori quali documenti mancano per ogni singola pratica? In quanto tempo?
È assurdo che dopo tutto questo tempo, adesso vengano fuori questi problemi, dopo mesi di lavoro da parte nostra.
Chiedo inoltre, qualora non vengano sistemate queste anomalie entro 7 giorni, per colpa non nostra bensì della burocrazia, perché dovremmo perdere parte o comunque tutto il corrispettivo che ci spetta?“.
E ancora: “Sappiamo benissimo che il problema non è dei tirocinanti ma degli enti promotori. Qui si gioca allo scaricabarile. Nel tempo previsto dalla circolare, ce la faranno a risolvere le inadempienze? Non mi sembra il modo di snellire la procedura e rendere celeri i pagamenti, anzi, rischiamo di essere ancora più penalizzati e non ricevere la retribuzione”.
Conclude Lauria: “Chiedo, a nome di tutti i tirocinanti, di creare una collaborazione tra enti promotori e Regione siciliana, annullando questo lasso di tempo assurdo dettato dalla circolare. Qui si rischia di non percepire nemmeno un centesimo da parte della Regione siciliana”.
Sulla vicenda intervengono Andrea Gattuso, coordinatore regionale del Nidil e Monica Genovese, segretaria regionale Cgil che commentano: “Insomma il danno e le beffe per i tirocinanti. Non solo attendono 6 mesi di arretrati avendo molti di loro già conclusi i tirocini, ma ora anche rischiano i tagli per responsabilità non loro”.
Gattuso e Genovese specificano che “l’accelerata voluta dall’assessorato è un fatto positivo, la faccenda infatti si trascina ormai da troppo tempo. Non va bene invece – sottolineano- il tentativo di scaricabarile sui soggetti promotori, di cui rischiano di fare le spese i tirocinanti. Il governo trovi un altro modo per far sì che le pratiche siano completate nel più breve tempo possibile ed eroghi quanto dovuto a chi ha partecipato ai tirocini. Per quanto ci riguarda- concludono- chiediamo un incontro per discutere di come risolvere definitivamente la questione, senza penalizzare i tirocinanti”.
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