“Siamo già alle prese con il problema dell’emergenza del coronavirus e della gravissima crisi del turismo e delle attività commerciali che colpisce la città. Come se non bastasse si scopre anche che c’è anche un emergenza acqua potabile in metà della città”, dichiara il gruppo consiliare della Lega per bocca del suo Capogruppo Igor Gelarda e degli altri consiglieri Marianna Caronia, Elio Ficarra ed Alessandro Anello.

Una serie di notizie fuorvianti si sono susseguite nella giornata di ieri, e hanno creato allarmismo tra i cittadini palermitani, facendoci vivere un pomeriggio folle. E come se non bastasse il sito di Amap, per quasi tutta la giornata di ieri, non era raggiungibile.

Dapprima la protezione civile che annunciava la non potabilità dell’acqua a seguito delle indicazioni dell’Amap, e infine l’intervento di Orlando che “rassicurava” che l’emergenza aveva riguardato i giorni passati ed era ormai superato, per fortuna poi in serata ieri è arrivata la nota Asp che annunciava che può essere revocata l’ordinanza sulla non potabilità dell’acqua. Ma Orlando deve spiegarci perché tutto questo ritardo nel firmare l’ordinanza di non potabilità dell’acqua.

“Dal sito Amap e da quello Asp si evince infatti che le analisi dell’Asp, per le quali non era idonea al consumo l’acqua in alcune zone di Palermo, risalivano al 25 febbraio, anche se sono state trasmesse al comune il 28 di febbraio , con una presenza di coliformi e di escherichia coli (che sono batteri), ma anche di solfati ed alluminio superiori alla media, che la rendevano non conforme all’uso umano ai sensi del d.Lgs 31/2001

Mentre l’ordinanza sindacale n. 27, che vietava l’uso potabile dell’acqua era del 6 marzo, cioè di 7 giorni dopo rispetto la comunicazione delle analisi da parte dell Asp al comune! Vogliamo capire se per una settimana la metà dei cittadini palermitani ha usato per bere e per cucinare acqua ufficialmente non potabile e nessuno ci ha detto nulla, considerato che gli esami fatti da Amap, in autonomia, non sono avallati dalla Asp, che deve farli nei suoi laboratori accreditati. Tutto questo a dimostrazione che non solo la comunicazione ma anche l’organizzazione dell’amministrazione comunale è stata fallimentare.

Per questo la Lega presenterà un esposto in procura, al fine di sapere se ci sono stati ritardi o omissioni nella comunicazioni di non potabilità dell’acqua da parte di qualcuno, oppure se c’è stato un procurato allarme. Chiederemo che i responsabili di eventuali reati vengano perseguiti a norma di legge, e chi ha sbagliato nei confronti della cittadinanza palermitana ne risponda in prima persona, perché non si gioca con la salute dei cittadini. Specie in un momento di difficoltà e di crisi che stiamo vivendo” concludono gli esponenti della Lega

“Come se non bastasse l’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus, scoppia a Palermo l’allarme per l’acqua inquinata inidonea al consumo umano, procurando allarmismo fra i cittadini, abbiamo vissuto un pomeriggio di ordinaria follia, fra comunicazioni ufficiali e successive smentite, una girandola di informazioni fuorvianti da parte del Comune di Palermo in primis, e della Protezione Civile e dell’AMAP successivamente, specchio di una cattivissima organizzazione e amministrazione, un procurato allarme che merita dei provvedimenti immediati, chi ha sbagliato ne risponda in prima persona, non si gioca con la pubblica salute”. A dichiararlo è il Segretario responsabile dell’UGL di Palermo, Franco Fasola.

A Fasola si aggiunge il Responsabile della Comunicazione dell’Ugl palermitana: “Ci siamo prontamente attivati con tutti i nostri mezzi, il sito dell’AMAP risultava stranamente non raggiungibile quindi non visibile, episodio che riteniamo gravissimo, non vogliamo pensare che sia stato oscurato venerdì pomeriggio volontariamente, da sabato invece rileviamo che funziona regolarmente, pertanto a nostro avviso un gravissimo difetto di comunicazione da parte di AMAP, Comune di Palermo e Protezione Civile ha pregiudicato la giusta diffusione delle notizie, generando ingiustificabili ritardi nell’informare i cittadini palermitani della reale pericolosità riguardante il consumo dell’acqua potabile”.

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