Nove milioni di aumenti a partire dal 2023, con picchi di 38 milioni di euro previsti nel 2026. La delibera sugli aumenti dell’addizionale Irpef sta per arrivare all’attenzione del Consiglio Comunale di Palermo. Un atto fondamentale per il futuro piano di riequilibrio, basato sull’ultimo accordo con lo Stato sottoscritto dall’Amministrazione a fine gennaio. Un documento che vincolerà il destino del capoluogo siciliano fino al 2042 al fine di riequilibrare la condizione di sovraccreditamento che tanto sta gravando sulle casse di Palazzo delle Aquile. Manovra che, purtroppo, riserva al momento alcuni aumenti importanti. Fra questi proprio quelli relativi all’addizionale IRPEF, al momento determinati per il periodo 2023-31.
Incrementi già dal 2023
Aumenti che, sostanzialmente, seguono il solco di quelli determinati dal precedente atto varato dall’Amministrazione guidata al tempo da Leoluca Orlando. Nonostante gli aiuti giunti da Roma infatti, a cominciare dalla quota parte dei 40 milioni di euro stanziati in legge finanziaria (da suddividere fra le tre città metropolitane della Sicilia), per poi proseguire con le risorse messe a disposizione con il decreto aiuti bis (che hanno ammortizzato gli aumenti per il 2022), la spada di Damocle degli aumenti Irpef rimane praticamente intatta sul capoluogo siciliano. Un salasso da pagare che inizia già a partire dal 2023: 9,4 milioni di euro secondo quanto previsto dall’attuale schema predisposto dagli uffici. Incrementi che si eleveranno a 12,7 milioni per le annualità 2024 e 2025.
Salasso a partire dal 2026
Cifre che diventano da capogiro nel successivo quinquennio: una media di 36 milioni di euro di aumenti fino al 2031, ultimo anno regolato dall’atto, con picchi di oltre 38 milioni di euro proprio nel 2026. Documento che ha ricevuto, proprio in questi giorni, il parere favorevole sia dal ragioniere generale che dal Collegio dei Revisori e che ora dovrà essere valutato dalle commissioni consiliari. Operazioni che si svolgeranno con carattere d’urgenza, così come chiesto dal presidente del Consiglio Comunale Giulio Tantillo.
Si attende il voto in Consiglio Comunale
Una bella responsabilità per Sala delle Lapidi, in un periodo non certo roseo per le casse comunali ma allo stesso tempo di inflazione selvaggia per cittadini ed imprese. Due interessi al momento in conflitto ma che potranno godere della possibilità, introdotta nell’ultimo accordo con lo Stato, di rimodulare il piano di riequilibrio di anno in anno (e non ogni quinquennio come previsto nel precedente documento sottoscritto dall’Amministrazione guidata da Leoluca Orlando). Tradotto, sarà possibile integrare le previsioni del piano al netto di futuri aiuti che potranno giungere dal Governo nazionale.
Il salasso però, almeno per il momento, rimane. E sarà responsabilità del Consiglio Comunale approvarlo, in modo da aprire la strada al piano di riequilibrio. Riguardo ai tempi, la delibera sull’Irpef è propedeutica al piano stesso, da approvare secondo disposizioni normative entro e non oltre il 30 aprile. Una partita sulla quale si giocherà la tenuta non solo dei conti ma della maggioranza. Ci sono però dei passaggi che dovranno antecedere il voto. Prima fra tutti la surroga di Salvatore Di Maggio, primo dei non eletti della Lega che entrerà in Consiglio Comunale in seguito alle dimissioni di Marianna Caronia. Dopodichè, Sala delle Lapidi attende per la prossima settimana la relazione semestrale del sindaco Roberto Lagalla. Infine si dovrebbe procedere alla votazione della delibera. Le tasche dei palermitani attendono in trepidante attesa.
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