L’ok in commissione alla proposta di legge per il taglio dei vitalizi e delle pensioni di reversibilità arrivato ieri, anche se provvisorio, suona come una beffa, l’ennesima, da parte di un Parlamento che non sembra avere il coraggio delle sue scelte. Adesso il documento dovrà passare dall’Aula o essere semplicemente recepito dall’Ufficio di presidenza di Palazzo dei Normanni.
Quella approvata è una proposta che nasce dalla fusione delle posizioni di Pd e Forza Italia e prevede un taglio lineare del 9 per cento su vitalizi e sugli assegni di reversibilità. Un provvedimento che avrà una durata di cinque anni.
Deluso Musumeci che premeva sulla norma approvata a Roma: ovvero tagli fino al 40% senza alcun limite temporale. Ma l’emendamento targato Diventerà Bellissima non è passato.
A prescindere da come la si pensi sull’opportunità di tagliare o meno i vitalizi la proposta in questione, peraltro trasversale, suona come una beffa in tutto e per tutto e per tutte le parti in causa. Non si sceglie, infatti, la strada della resistenza alla norma romana e dunque dello scontro per non tagliare i vitalizi, ma non si sceglie neanche la strada del taglio visto che il 9% taglio non può essere definito.
Pur comprendendo la ratio legale del provvedimento che considera i vitalizi per quello che in realtà sono in Sicilia ovvero pensioni (più di una sentenza hanno stabilito che i prelievi dalle pensioni sono legittimi solo a tempo determinato) resta la bassa percentuale di incidenza e soprattutto non ci sono interventi che differenzino gli antichi vitalizi e le reversibilità plurime (cioè quelle che vanno oltre il coniuge superstite che ha diritto anche secondo l’Inps e garantiscono il privilegio invece a figli e parenti vari di altro livello) da più recenti che si configurano come vere e proprie pensioni.
Ma senza entrare nel dettaglio della scelta è nostro parere che quale che sia l’indirizzo servirebbe una decisione chiara e precisa. Insomma se il Parlamento siciliano è contrario al taglio dei vitalizi li mantenga e ricorra in tutte le sedi legali contro i tagli ai trasferimenti che Roma minaccia. Tagli, peraltro, illegittimi sotto molti altri punti di vista in considerazione delle norme dello Statuto.
Se invece si ritiene che il taglio sia giusto o addirittura doveroso lo si operi senza temere le ripercussioni, legali e politiche, che possono venire dai beneficiari.
La scelta fatta sembra, invece, un modo per accontentare tutti ma che in realtà non accontenta nessuno, non difende un principio piuttosto che un altro ed ottiene l’unica cosa che andava evitata, l’ulteriore senso di ‘presa per i fondelli’ dalla politica alla gente comune.
In una parola, cari deputati. non serve solo serietà ma serve anche più coraggio
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