E’ approdata oggi in commissione Salute all’Ars, per il parere obbligatorio previsto dalla legge, la nuova rete ospedaliera varata dalla giunta regionale. Ad illustrare il testo è stato l’assessore regionale per la Salute Ruggero Razza.
La rete ospedaliera prevede la classificazione di 23 strutture come Dea di I livello, mentre 7 strutture vengono classificate Dea di II livello. Aumentano i posti letto di 1.715 unità e complessivamente ne vengono dunque programmati 18.051. Migliora sensibilmente il rapporto posti letto/strutture complesse, che dal coefficiente 15,5 si allinea a quello 17,1, a fronte di un standard “Balduzzi” di 17,5.
L’esame della richiesta di parere sulla proposta di riordino della rete ospedaliera pubblica e privata accreditata del Servizio sanitario regionale proseguirà domani con un focus provincia per provincia.
“Complessivamente – ha detto la presidente della sesta commissione dell’Ars Margherita La Rocca Ruvolo – ritengo il testo pregevole e ben articolato in considerazione dei limiti imposti dal decreto Balduzzi. Tuttavia domani faremo una ricognizione e presenteremo un elenco con alcune proposte di modifica con l’obiettivo di contemperare al meglio le esigenze di natura tecnica e finanziaria con le esigenze sanitarie dei territori”.
Non la pensano allo stesso modo i deputati 5 Stelle: “Il governo condanna a morte i piccoli ospedali per favorire i baroni universitari. Non ci stiamo, Razza torni sui suoi passi”.
È questo, in sintesi, il commento dei deputati 5stelle della commissione Salute dell’Ars.
“Il governo regionale – dicono i parlamentari Francesco Cappello, Salvatore Siragusa, Antonio De Luca e Giorgio Pasqua – con un colpo di spugna ha deciso, sotto la falsa bandiera della rifunzionalizzazione dei presidi ospedalieri di base, di chiudere di fatto gli ospedali di Scicli, Comiso, Noto, Ribera, Salemi, Leonforte, Lipari, Petralia Sottana e Castelvetrano, in piena continuità con le scelte del governo precedente e secondo quanto già assunto con la rete ospedaliera, oggi allineata al DM 70”
“Continua la moltiplicazione delle unità operative complesse – proseguono i deputati – nelle tre Aziende ospedaliere universitarie di Catania, Palermo e Messina, ancora una volta non sottoposte ad alcuna cura dimagrante, necessaria e indispensabile per consentire la sopravvivenza dei presidi ospedalieri di base, che di fatto vengono chiusi con la formula degli Ospedali Riuniti, oppure fortemente ed ingiustificatamente ridimensionati”
“Si tratta, in sintesi – concludono i deputati – di una rete ospedaliera ancora una volta ospedalocentrica, che mortifica le aree interne e tutti i cittadini siciliani distanti dalla città metropolitane”.
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