A parte la tregua di Natale, i mesi di novembre e dicembre sono stati caratterizzati dal forte vento e della pioggia.
Intere giornate di maltempo che hanno messo in ginocchio gran parte del territorio siciliano. Per questo motivo, la giunta della Regione, guidata dal presidente Nello Musumeci, ha deciso di dichiarare lo stato di calamità per i danni causati dal maltempo sull’Isola e di avanzare al governo nazionale la richiesta dello stato d’emergenza.
Le zone più colpite sono quelle dell’Agrigentino (oltre al capoluogo, Cammarata, Licata, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Racalmuto e Ribera), del Nisseno (Niscemi e Sutera), del Catanese (Catania, Ramacca, Caltagirone), dell’Ennese (Agira, Assoro e Regalbuto), del Messinese (capoluogo, Gioiosa Marea, Lipari, Furci Siculo, Montalbano Elicona e Scaletta Zanclea), del Ragusano (capoluogo, Comiso, Giarratana e Modica) e, infine, del Siracusano (Palazzolo Acreide).
«La stima dei danni – afferma Musumeci – è ancora in corso, anche perchè si attendono le valutazioni definitive da parte delle amministrazioni locali. Ma c’è l’assoluta esigenza di ripristinare ovunque condizioni che consentano un ritorno alla normalità, eliminando ogni ulteriore situazione di rischio per le popolazioni.
Si tratta di aree particolarmente vulnerabili per le quali non vanno lesinate risorse: gli interventi dovranno essere tempestivi e, soprattutto, risolutivi». Tecnicamente, la giunta di Palazzo d’Orléans ha chiesto per i nuovi territori colpiti l’estensione della dichiarazione dello stato di calamità deliberata a novembre, sollecitando la relativa dichiarazione dello stato di emergenza alla Presidenza del Consiglio. Che deve stabilire anche la relativa copertura finanziaria.
Una delle città più colpite dal maltempo è stata Licata, dove si sono allagati scantinati, negozi ed abitazioni. E si sono registrati seri danni alle produzioni agricole. Una situazione di grave difficoltà che ha spinto anche il ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio a programmare a Licata una tappa del suo tour siciliano lo scorso novembre.
«Il continuo mutare delle condizioni climatiche – ha detto Di Maio in visita al municipio di Licata – ci impone di intervenire, come governo centrale non solo per affrontare le emergenze, ma per investire sulle infrastrutture». Ed aveva ribadito che il Consiglio dei ministri aveva già stanziato un primo finanziamento di dieci milioni di euro a favore dei territori danneggiati in Sicilia, somma destinata ad aumentare in un secondo tempo. Sollecitando chi di competenza (in questo caso la Protezione civile regionale) a predisporre una reale stima dei danni registrati all’interno del territorio.
A seguito dei diversi e gravi eventi atmosferici che hanno provocato danni a strutture pubbliche e private, la giunta comunale di Licata guidata dal sindaco Giuseppe Galanti, aveva deliberato la «richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che si sono verificati il mese di novembre 2019». Richiesta inoltrata alla giunta regionale per ottenere il risarcimento dei danni subiti dalle colture agricole, dalle attività zootecniche e produttive, nonché da privati cittadini, a seguito delle eccezionali condizioni meteo avverse dei giorni 11, 12, 19, 23, 24 e 25 novembre. E attualmente è in corso la stima dei fabbisogni per il ripristino delle strutture e delle infrastrutture private nonché la stima dei danni subiti delle attività economiche e produttive, previa acquisizione di richiesta di contributo da parte degli interessati.
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